Michel Petrucciani\Steve Gadd\Anthony Jackson - Trio In Tokyo (1999)

Le Olimpiadi giapponesi a Tokyo sono un’occasione troppo ghiotta per non scrivere di musica che ha a che fare con la capitale nipponica. Perchè c’è un legame profondo e singolare con certi posti per i musicisti, e Tokyo e il Giappone è uno di questi. Vuoi perchè c’è sempre l’aria esotica del Paese del Sol Levante, ma soprattutto perchè il pubblico giapponese è meraviglioso e competente, sia che ci sia da pogare sotto le transenne di un concerto rock sia che ci sia da rimanere in silenzio in un meraviglioso teatro ad ascoltare un concerto jazz. Uno dei più famosi, se non il più famoso album del rock, il mitico Made In Japan dei Deep Purple, è solo la punta dell’icerberg del rapporto musica popolare-Giappone, iniziato tra l’altro con una formidabile tournee dei Led Zeppelin nel 197, piena di leggende (tra cui un litigio sul palco tra Plant e Bonzo Bohnam, e una serie di registrazioni che Page non considerò di qualità e che furono scartate). Ma voglio iniziare la serie dei dischi di Agosto con un disco jazz di uno dei più incredibili pianisti del genere: Michel Petrucciani. Pianista francese con origini italiane (il papà era napoletano) Petrucciani è stato una delle stelle del jazz nonostante la sua osteogenesi imperfetta (malattia genetica anche nota come “Sindrome delle ossa di cristallo”, che non gli permise di superare l'altezza di 102 cm) gli impedisse di usare i pedali del pianoforte, strumento che sin da subito iniziò ad affascinarlo. Il padre gli perfezionò una struttura a parallelogrammo articolato che gli permetteva di usare solo 2 pedali su tre, ma ciò non gli impedì di imporsi, sin da giovanissimo, come uno dei performer più autentici, brillanti e fenomenali del jazz: solo quando era ormai una divinità del jazz la prestigiosa casa costruttrice di pianoforti Steinway & Sons gli costruì un particolare e personalissimo modello con una pedaliera speciale che gli permetteva di suonare anche il pedale centrale. Carriera quasi trentennale, costellata da autentici capolavori, fascino misterioso e incredibile (ebbe 5 “spose”, così lui chiamava le sue cinque fidanzate, ma ufficialmente nessuna delle 5 fu legalmente sua moglie, e da cui ebbe 2 figli) fin quando nel gennaio del 1999 una complicazione polmonare mise fine alla sua vita, ad appena 37 anni. Questo disco, registrato nel novembre del ‘97 al Blue Note di Tokyo uscì pochi mesi la sua morte, per la casa discografica francese Dreyfus con il tirolo di Trio In Tokyo. Il trio era composto da Petrucciani al piano e due vecchi amici, gli eccellenti Anthony Jackson al basso elettrico e Steve Gadd alla batteria, con i quali ha un'intesa telepatica. Il disco è una eccellente e favolosa prova di allegria, freschezza, con un tocco semplice e gioioso del piccolo grande pianista, che in questa prova superba dà l’ennesima dimostrazione della sua camaleontica maestria e del suo modo generoso e affabile di suonare. 8 brani per oltre un’ora di splendide esecuzioni: Training è proprio l’apertura giusta per riscaldare mani, telepatia e ambiente, Cantabile è tutta costruita su quattro note, ripetute in modo quasi ossessivo, come a scherzare con l’abilità dell’esigentissimo pubblico giapponese; dolcissima è Love Letter, ritmiche e meravigliose sono September Second, Home e Colors, quest'ultima meravigliosamente complessa e sofisticata, con Little Peace In C For U, uno dei suoi brani più famosi, che diventa campo di battaglia per Gadd e Jackson, che disegnano un campo musicale dove prendono forma i fenomenali assoli del bassista e del batterista, due giganti dei rispettivi strumenti. Chiude il disco, dopo tutti pezzi autografi di Petrucciani, l’omaggio sentito e affettuoso al capolavoro dei capolavori, So What di Miles Davis dalla leggenda Kind Of Blue, che viene resa intima ma poi ritmicamente trascinante. Meraviglia ulteriore del disco è l’elevatissima qualità di registrazione, che rende il suono del piano di Petrucciani in maniera impeccabile, tanto che è uno dei pochissimi di una ristrettissima lista usati da molti audiofili per testare la validità degli impianti di altissima fedeltà. Altra meraviglia di cose suonate e registrate a Tokyo.


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