Storia della musica #19

 Il proto punk di Detroit

Com’è noto, Detroit è stata la città della Motown, l’etichetta pop-soul per eccellenza, di formazioni garage-rock come Awboy Dukes & The Mysterians e dei Grandfunk Railroad: ma Detroit è anche la città di MC5 e Stooges, due formazioni fondamentali per quel suono che, passando per la New York delle New York Dolls e del CBGB ci porta dritti al punk del 1976. Non s’è solo un suono, ma anche un’attitudine, deviata e (auto)distruttiva, che trova voce per la prima volta nelle due formazioni e che segna una fattura epocale con le esperienze passate del rock.

Il disco più celebre degli MC5 è un live del 1969, “Kick Out The Jams”: le orecchie dell’ascoltatore sono immediatamente aggredito da una miscela estrema e primitivo di rhythm’n blues e rock’n’roll, mezzo per incanalare la rabbia interiore e strumento per John Sinclair, vocalist del gruppo nonché leader delle White Panthers, ala rivoluzionaria dei movimenti antagonisti studenteschi dell’epoca, per enunciare i propri proclami politici.

Non vi è invece alcuna vena politica nei dischi degli Stooges, che aggiornano piuttosto la rabbia e lo scontento adolescenziale del rock’n’roll anni’50 al clima tetro e lugubre dei tardi anni ’60, dopo la fine dell’idealismo della controcultura di Greenwich e dell’utopia hippie. In appena tre dischi e 6 anni di vita gli Stooges pongono le basi musicali per la prima ondata punk del ’76, non solo a livello musicale ma anche prefigurandone l’ideologia; Iggy Pop, in un periodo in cui la rockstar veniva idolatrata dal pubblico e messa su un piedistallo, si mette in ridicolo di fronte al pubblico, si umilia, si colpisce con il microfono: si tratta di una sorta di esorcismo pubblico di un malessere interiore e generazionale e di rivoluzione dei ruoli che dai Sex Pistols in poi diverrà la regola.

Fondamentali anche per l’influenza musicale esercitata, se fin dall’esordio omonimo del 1969 (prodotto dall’ex Velvet underground John Cale) gli Stooges suonano alieni rispetto a tutti i loro contemporanei (MC5 inclusi), sorta di miscela tra i Troggs più abbietti e gli Stones più feroci è con il maelstrom sonoro di “Fun House” (1970) che il suono del gruppo arriva a maturazione: il successivo “Raw power” (1973) virerà in parte verso il glam, lasciando ai primi due dischi l’onore e l’onere di aprire le danze, con 6 anni d’anticipo, del futuro movimento punk.


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