Dinosaur Jr - You’re Living All Over Me (1987)

Sulla scia del T.Rex della scorsa settimana, oggi andiamo a scoprire una band che scelse come nome quello di un gigante preistorico, seppur generico. Ci spostiamo dall’Inghilterra degli anni ‘70 a Amherst, vicino Boston, dove nel 1983 Joseph D, Mascis, per tutti J Mascis, che canta e suona la chitarra, insieme a Lou Barlow, bassista e Patrick Murphy, per tutti Murph, che suona la batteria fonda una band, a cui dà il nome di Dinosaur. Con Barlow era già stato spina dorsale di una band hardcore punk famosa per la violenza del proprio suono, soprattutto in decibel, chiamata Deep Wound. A 18 anni con i Dinosaur Mascis vuole dare sfogo alle sue passioni: l’hardcore punk e in generale tutta la scena alternativa che qualche anno negli Stati Uniti stava prendendo piede, ma in cuor suo coltiva una passione per le melodie. Iniziano baldanzosi a fare concerti su concerti, e sono notati da due talent scout della Homestead Records, fondata nel 1983 da Gerard Cosloy, che fu decisiva nella promozione di musica sperimentale in quegli anni. Con pochissimi mezzi e una registrazione quasi artigianale nel 1985 pubblicano un primo Ep. Ma leggenda vuole che un dirigente dell’etichetta discografica si ricordi di un gruppo degli anni ‘70, in California, formato da musicisti dei Jefferson Airplane e dei Quicksilver Messenger Service (personalmente non lo conosco e non ho trovato nemmeno una registrazione, ma mi fido), e Mascis decide di aggiungervi un Jr: nascono così i Dinosaur Jr, una delle band più importanti del rock americano prima del grunge. Dinosaur del 1985 è un esordio in perfetto stile indie rock che lascia intravedere le potenzialità della band: Mascis pesca dal meglio del rock alterativo per l’ispirazione (Meat Puppets, Sonic Youth, R.E.M., Hüsker Dü). Sono proprio i Sonic Youth che danno una mano al gruppo, e con il loro interessamento li portano a firmare per la SST, la casa discografica che sta al rock alternativo come la Sub Pop lo sarà al grunge. Wharton Tiers, che fu produttore e ingegnere del suono dei Sonic, è chiamato a dare un senso alla ingarbugliata matassa di idee di Mascis, che ha un sogno: creare canzoni di melodie costruite però con un muro invalicabile di chitarre. Mascis, dal carattere fumantino e dittatoriale, si dice prese il nome del loro primo album per la SST dalle pressioni durante il primo tour: You’re Living All Over Me, “Mi stai addosso”. In questo disco, che diventerà pietra miliare della scena alternativa (e non solo, direi, a distanza di oltre 30 anni) si dimostra la loro arte semplice e geniale: prendere delle canzoni semplici ma arricchirle, fino al parossismo, di elettricità fornita da e attraverso una chitarra, la sua. Basta l’attacco folgorante di Little Fury Things, che all’inizio sembra un muro sonoro per poi svilupparsi con un suono che farà scuola (ne prenderanno a grande cucchiaiate tutti i gruppi del grunge e non solo). Mascis canta in modo particolare, e nei registri più alti assomiglia in maniera suggestiva a Neil Young. Il disco è un susseguirsi di grandi canzoni: Kracked (che sembra una canzone dei primi Pearl Jam, che verranno dopo ovviamente!), la meravigliosa e drammatica Sludgefeast, che sa di nuovo hard rock, The Lung ha una struttura più complessa e ariosa. Mascis suo malgrado, anche per via del caratterino di cui sopra, diviene una delle icona del cosiddetto teeneage-angst, tipo nella meravigliosa Raisans (I know what you did to me/I know what you did was wrong/You’re allowed to torture me/Wait a moment until I’m gone/I know you’re the ticket, you gotta be/Cause I let you be alone for long) oppure nella suggestiva e criptica Tarpit, che probabilmente parla del primo rapporto sessuale, inaspettato, di una coppia di fidanzati. C’è persino gioia nella bellissima In A Jar, che rimane comunque profondamente malinconica nel testo: In a jar where you believe/All I could do was lick your hand/In a jar where scars are plain to see/I hope somehow you’ll know I understand/Scabs collect beneath your bureau/From the knife wounds you got. Lose è davvero superlativa, con l’assolo lancinante iniziale, e lascia poi spazio a Poledo, unica composizione di Barlow, una canzone sperimentale fatta di collage musicali, che si alternano con lo stridore del cambio delle stazioni radio, quasi fuori luogo rispetto al resto; sulle note di copertina c’è scritto: “Inciso su due registratori scadenti da Lou e Lou solo nella sua stanza”, che in definitiva farà partire anche l’idea del lo-fi di lì a qualche anno. Chiude la versione cd del disco (quella che ho io) una meravigliosa cover di Just Like Heaven dei The Cure, che nel 1987 faceva parte di quel disco meraviglioso che è stato Kiss Me Kiss Me Kiss Me (doppio disco che aveva la famosa copertina con le labbra di Robert Smith).  Nel 1988 i Dinosaur Jr pubblicavano un altro disco eccellente, Bug, con alcune delle loro canzoni più famose, come Freak Scene, Let It Ride, Pond Song, ma Mascis è sempre più aggressivo e Barlow se ne va, fondando i Sebadoh che partono dalle stranezze suggestive di Poledo. You’re Living All Over Me diviene un piccolo classico e negli anni verrà riconosciuto come ispirazione da moltissimi gruppi, Nirvana in primis. Mascis, per quanto controverso, riuscì a segnare una via nell’alternative rock tra melodia e rumore che sentendolo oggi davvero fu profetico e riconoscibile in decine di band, molte delle quali dal successo stellare che mai raggiunsero i Dinosaur jr.

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