AA.VV. Sweet Relief - A Benefit For Victoria Williams (1993)

Uno dei live più belli che possiedo è un cofanetto di 7 cd dal titolo Live At The Gorge 05/06. Raccoglie le esibizioni tenute dai Pearl Jam il primo settembre del 2005 e il 22 e 23 Luglio del 2006 al Gorge Amphitheatre, un meraviglioso anfiteatro naturale che sta a George, non lontano da Seattle. Eddie Vedder prima di iniziare a cantare un brano dice: Questa è una canzone scritta da una donna chiamata Victoria Williams. E attacca una ballata malinconica che parla di una signora dagli occhi selvaggi e della vita della periferia americana, che parla dei sogni e delle premonizioni di morte, che esplode verso le fine in un clamoroso duello tra la chitarra di Mike McCready e l’organo Hammond di Boom Gaspar. La mia curiosità mi ha spinto a cercare chi fosse Victoria Williams. E ho scoperto una storia molto particolare, anche drammatica, che intreccia la musica con altro. Victoria Williams è una delle più promettenti cantautrici americane della fine degli anni’80. Meno arrabbiata di Ani di Franco e meno lunatica di Fiona Apple, inizia autoproducendo un disco di base folk, Happy Come Home, accompagnato da un mini documentario di una 30na di minuti. Non vende granché, ma la Geffen le offre la possibilità di un secondo disco: nel 1990 esce Swing The Statue, un folk rock di carattere che la mette sulla rampa di lancio, ed è ormai considerata una delle voci più interessanti della scena alternativa rock americana. Recita persino nel film epocale, di Gus Van Sant, Even Cowgirls Get the Blues (in italiano Cowgirl: il nuovo sesso) nel ruolo di Debbie, insieme a Uma Thurman e River Phoenix. Sembra essere pronta per il successo vero, ma all’inizio del 1993 le viene diagnosticata una sclerosi multipla. E la Williams scopre che la sua assicurazione sanitaria non copre le cure. Nasce così una gara di solidarietà tra colleghi, che fondano un’associazione, Sweet Relief, per aiutare lei e tutti i musicisti professionisti sprovvisti di copertura sanitaria, e nel 1993 incisero un disco, Sweet Relief: A Benefit For Victoria Williams, che raccoglie le sue canzoni interpretate da altri. Il risultato, musicalmente, è meraviglioso. Si riuniscono al capezzale della causa i nomi più interessanti dell’alternative rock dell’epoca. Il repertorio Williams, per lo più acustico, viene stravolto, elettrificato, con risultati notevolissimi. Si inizia con la meravigliosa Summer Of Drugs dei Soul Asylum, per passare ai Waterboys di Mike Scott con la divertente Why Look At The Moon, o i Giant Sand di Howe Gelb, che per un po’ di tempo ebbero la Williams in formazione, con Big Fish. E poi Lucinda Williams (Main Road), o Evan Dando, dei superbi Lemonheads (quelli della cover punk di Mrs Robinson) con Frying Pan. Ci sono anche Michael Penn, fratello di Sean, famoso compositore di jingle e colonne sonore che canta Weeds e i Jayhawks, il cui leader, Mark Olson, diventerà marito della Williams (e si ritirerà dalle scene per starle vicine quando le condizioni della cantante peggioreranno) che cantano Lights. Ci sono tre perle nell’album: il brano cantato da Lou Reed, Tarbelly And Featherfoot, rockeggiante e ritmico, Maria McKee, leader di quel meraviglioso gruppo cowpunk che furono i Lone Justice, che riprende in chiave struggente Opelousas (Sweet Relief) e quella canzone ripresa dai Pearl Jam, Crazy Mary, qui in versione low-fi, ma che diverrà un must dei loro live, dove solitamente termina in cavalcate sonore che spesso arrivano ai 10 minuti; la stessa versione di questo disco verrà poi aggiunta come bonus track nelle ristampe di Vs., il loro grande album dello stesso anno, 1993.  L’album raccoglie un po’ di fondi, e verrà ripetuto la stessa cosa nel 1996 con Sweet Relief II: Gravity Of the Situation, con cover di Vic Chessnut, cantante folk-country paraplegico, aiutato dalla Williams in persona, e che vede la partecipazione dei R.E.M., i Garbage, Madonna in un cameo con Joe Henry e gli Smashing Pumpkins. La Williams nel 1994 scrisse il suo capolavoro, Loose (dove riprende Crazy Mary) e intraprese un bellissimo Tour, che culmina con la pubblicazione di un live da Toronto nel 1995. Ma le condizioni iniziano a peggiorare e progressivamente, nonostante alcuni lavori fino agli inizi degli anni 2000, la Williams non pubblica più nulla, limitandosi a sporadiche esibizioni dal vivo fino a quando un attacco epilettico nel 2015 non la debilita ulteriormente. Uno dei versi più belli di Crazy Mary dice: Quello che ti impaurisce di più, lo puoi trovare a metà strada. La sua metà è stata davvero breve. Il disco si trova sulle piattaforme più comuni, mentre non so se fisicamente è ancora disponibile: ne vale la pena cercare.

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