Mama’s Broke - Narrow Line (2022)

 di Fabio Cerbone 

Canzoni come spettri, un suono primitivo che arriva da un altro mondo, ma un’urgenza comunicativa che parla al nostro presente: la ricetta folk delle Mama’s Broke, duo canadese al femminile tra le migliori sorprese offerte di recente nel genere, è il frutto di un amore viscerale e di una conoscenza approfondita delle dinamiche dell’old time music, ma che nella parte lirica sembra tenersi agganciata alla società che la circonda. L’effetto non è museale, nonostante Narrow Line, loro secondo album e debutto in casa Free Dirt, abbia tutte le caratteristiche di un manufatto artistico sbucato dal baule impolverato della tradizione.

Ballate dall’anima ancestrale, vecchi fiddle tune, canto a cappella, dialoghi acustici tra chitarre, banjo e violino, i brani di Narrow Line appaiono come vecchi standard recuperati da una bancarella di un rigattiere musicale, mentre portano la firma di Lisa Maria e Amy Lou Keeler, amiche e spiriti affini che si sono incontrate un giorno di diversi anni fa (nascono come duo artistico nel 2014) sulla strada che porta da Montreal nella natura selvaggia della Nova Scotia, e da lì non sono più tornate indietro. Miglia e miglia di concerti, dal Canada al resto del mondo, in quello spirito vagabondo che alimenta questa musica e i suoi fantasmi: il debutto nel 2017 con Count the Wicked, album che le ha condotte fino a un Canadian Folk Music Award come 'Ensemble of the Year', oggi un disco inciso nell’isolamento indotto dalla pandemia e nella wilderness proverbiale del loro ambiente, inverni rigidi e neve da scrollarsi di dosso condividendo melodie e strumenti.

La via di uscita è Just Pick One, consolazione dalla solitudine cercata in un country folk dall’accento appalachiano con mandolino, dobro e fiddle che si rintuzzano a vicenda. È l’inizio di un viaggio che trasporta fuori del tempo e delle mode, esercizio a cui dovrebbe sempre indurre questa musica se vissuta, appunto, non come una mera rievocazione storica. Roots, folk celtico, ballate dall’aspro sapore old time, ispirazioni che sembrano arrivare dall’apporto delle diverse immigrazioni europee nel nuovo mondo, Narrow Line affronta nella title track il tema delle barriere umane e geografiche, la violenza e il terrorismo in God’s Little Boy, mentre la brutalità e la potenza della natura è al centro del trittico Oh Sun/ Pale Night/ Forgetting Reel. La danza di How It Ends e The Wreckage Done è guidata dai viluppi del violino e riporta al ruolo comunitario di queste musiche, Pick the Raisins from the Paska si riallaccia a umori tzigani da est Europa, mentre October’s Lament e ancor di più The Ones that I Love si sfaldano quasi nel solo canto a cappella. Un dolce patina di nostalgia acustica chiude il sipario con Windows e ribadisce l’austerità e la rigorosa bellezza della proposta delle Mama’s Broke.

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