Temple Of the Dog - Temple Of The Dog (1991)

La storia di oggi inizia dove finiva quella di Apple della settimana scorsa: Andrew Wood rimane in coma in ospedale tre giorni prima di morire, circondato tra gli affetti e dagli amici. Tra loro, Stone Gossard e Jeff Ament, con lui nei Mother Love Bone, e Chris Cornell, spettacolare cantante e chitarrista dei Soundgarden, la band più tosta di Seattle a quei tempi, che con Wood condivideva un appartamento. Cornell è scosso moltissimo, anche perchè era lui con Wood nel momento in cui, constatata la morte cerebrale, furono staccati i macchinari che tenevano il ragazzo in vita. Sin da subito sente l''esigenza di scrivere su quanto accaduto, scrivere parole e musica. Decide quindi di coinvolgere Gossard e Ament in un progetto, un singolo, per ricordare Wood. La casa discografica di Cornell, la A&M, spingeva a fare anche delle cover di canzoni di Wood, ma Cornell non accettò pensando ad una manovra speculativa sulla morte di un personaggio che iniziava ad essere molto amato, e di concerto con Ament e Gossard, decisero di scrivere un disco intero. A loro si unì un amico d'infanzia di Gossard, Mike McCready, provetto e funambolico chitarrista, e Matt Cameron, il batterista dei Soundgarden. Il gruppo si diede un nome, Temple Of The Dog, da un verso di Man Of Gonden Words, stupenda canzone scritta da Wood, che recita:"I want to show you something, like joy inside my heart, seems I been living in the temple of the dog". I 4 vanno in studio per 15 giorni, sotto le preziose cure e osservazioni di Rick Parashar, il quale con il fratello Raj aveva fondato qualche anno prima i London Bridge Studios a Seattle (Parashar produrrà a metà anni '90 due dischi dei nostri Litfiba). Cornell aveva scritto due canzoni appena dopo la morte di Wood, le altre invece nacquero da idee e demo che Ament e Gossard avevano nei cassetti. Fatto sta che il primo supergruppo del grunge sforna con Temple Of The Dog (che esce ad Aprile 1991, appena più di un anno dopo la morte di Wood) il primo grande capolavoro del genere, apripista di quelli che nel breve lasso di tempo di pochi mesi andranno ad affiancarlo. Say Hello 2 Heaven è una stupenda ballata che è il saluto, sentito e pieno di trasporto emotivo, che Cornell dà a Wood:"I never wanted to write these words down for you\With the pages of phrases of all the things we'll never do\So I blow out the candle\And I put you to bed\Since you can't say to me now\How the dogs broke your bones\There's just one thing left to be said\So say hello to heaven, heaven, heaven". Reach Down è una lunghissima (oltre 11 minuti) elegia che sanguina blues e elettricità, dove emergono le dote di Mike McCready. Il disco è un portento, soprattutto perchè Cornell può sperimentare cose che non aveva mai fatto con i Soundgarden, un suono meno "estremo" e più lirico, perfetto per le sue eccezionali doti canore: ne sono esempio formidabile Wooden Jesus, Times Of Trouble, Call Me A Dog (una delle più belle ballada degli anni ‘90) canzoni che diverranno modelli per il Seattle Sound. Cornell rimane più vicino ai momenti Soundgarden nelle potenti Pushin' Forward Back, Your Saviour, Four Walled World, All Nite Thing che chiude in disco. Cornell l'ultimo giorno di registrazioni si accorse che erano solo 9 i brani registrati, e a lui i numeri dispari non piacevano. Ripescò quindi un suo piccolo testo sulla prepotenza della ricchezza e chiese a McCready di suonare un riff che aveva appuntato sul foglietto. L'idea era di registrare e sovra incidere due parti vocali, cantate in due toni diversi da Cornell, che però non era contento del risultato della parte di tono più basso. Caso volle che quel giorno nei London Bridge Studios ci fosse un ragazzo di San Diego, venuto lì per un'audizione con Gossard, Ament e McCready che stavano mettendo su una nuova band. Quel ragazzo quasi per gioco cantò la seconda strofa del brano in maniera istintiva, nelle parole di Cornell "nel modo esatto che avevo in mente, senza avergli detto nulla". Quel ragazzo si chiama Eddie Vedder e Hunger Strike diverrà addirittura il singolo del disco, fu girato un video e arrivò nella Top 5 dei singoli di Billboard. Il successo del disco all'inizio misurato esplose poi dopo che la band in fieri che registrò con Cornell divenne quella formidabile band sotto il nome Pearl Jam, che nell’agosto del 1991 pubblicò quel capolavoro assoluto che è stato Ten. Dopo pochi messi da Ten arrivò il ciclone Nirvana con Nevermind, sancendo il successo mondiale del suono e dell’estetica grunge. A cui persino il cinema non seppe resistere. E da questo punto partiremo domenica prossima.

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