I 100 Album Jazz che hanno sconvolto il mondo #70 #69 #68

DOLLAR BRAND (ABDULLAH IBRAHIM): AFRICAN MARKETPLACE (ELEKTRA/MUSICIAN)
Dollar Brand (Abdullah Ibrahim) (ss, kys, p), Gary Chandler (t), Malindi Blyth Mbityana, Craig Harris (tb), Carlos Ward (as), Jeff Jaywarrah King, Dwayne Armstrong (ts), Kenny Rogers (bs), Lawrence Lucie (bjo), Cecil McBee (b), Miguel Pomier and Andre Strobert (d, perc). Rec. 1980

Duke Ellington discovered and recorded pianist-composer Dollar Brand aka Abdullah Ibrahim in 1963 playing in a more or less conventional jazz manner, but it took a long time for the South African township music he evolved in the 1970s to be accepted outside of Africa. This album was one of the very first to be made in America and its impact was immense, its melodicism, warmth and simplicity brought something new and refreshing to the often overheated, testosterone-filled gladiatorial pit of small group improvising to established harmonic patterns. As Jelly Roll Morton had shown 50 years earlier, sometimes the best comes from a truly group effort. (KS)

STAN TRACEY: SUITE JAZZ ISPIRATA A DYLAN THOMAS 'UNDER MILK WOOD (EMI / COLUMBIA)
Stan Tracey (p), Bobby Wellins (ts), Jeff Clyne (b) e Jackie Dougan (d). Rec. 8 maggio 1965

Tracey è indispensabile, una dichiarazione di intenti individuale. Qui ha mostrato quanto si potrebbe ottenere all'interno del formato di base del quartetto jazz. La reazione in quel momento sembra essere stata sulla falsariga di da dove diavolo veniva? Coerenti, vitali e stimolanti, gli otto pezzi di Tracey forniscono una visione straordinaria del grande lavoro di Thomas, ma anche del processo creativo stesso e della miriade di fonti che il jazz potrebbe esplorare per trovare ispirazione. Con le sue melodie sbarazzine e picaresco e una riproduzione sicura che rifletteva il libro impertinente e birichino di Thomas, l'album è un lavoro meravigliosamente umoristico che ha esteso i confini in un modo estremamente sottile. Dopo questo, ci sarebbe sempre stato qualcosa di più nel jazz oltre al semplice soffiare. (DH)

ESBJÖRN SVENSSON TRIO: DAL PUNTO DI VISTA DI GAGARIN (ACT)
Esbjörn Svensson (p), Dan Berglund (b) e Magnus Öström (d). Rec. 1999

Non era come se l'Esbjörn Svensson Trio fosse spuntato dal nulla. Sono in circolazione dal 1991 per affinare una voce collettiva distintiva che ha spinto a cambiare il nome in EST. Il Regno Unito, che abitualmente guarda agli Stati Uniti per i suoi eroi del jazz, ha impiegato più tempo della maggior parte dei paesi europei per rimanere incantato, ma questo è l'album che lo ha fatto. Il loro attaccamento alla melodia profondamente sentita, all'intensità senza fretta, incorniciata dal tono nordico, e le strutture relativamente non convenzionali e pop delle loro composizioni li hanno resi apprezzati sia dai fan del jazz che da quelli non jazz, nell'onesta umanità del loro modo di suonare. (SN)

I 100 album jazz che hanno sconvolto il mondo sono stati ideati e compilati da Jon Newey e Keith Shadwick con il contributo di Stuart Nicholson, Brian Priestley, Duncan Heining, Kevin Le Gendre, Charles Alexander e Tom Barlow per JazzWise

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