ROLAND KIRK: RIP, RIG & PANIC (LIMELIGHT)
Roland Kirk (f, mzo, stritch, ts), Jaki Byard (p), Richard Davis (b) ed Elvin Jones (d). Rec. 1965
Molti sostengono che Kirk non abbia mai realizzato l'album perfetto: se è così, questo è più vicino di qualsiasi altro, soprattutto perché Elvin Jones sta costantemente accendendo un fuoco sotto il quartetto in generale e Kirk in particolare. L'uomo con più ance è anche evidentemente ispirato dal modo di suonare del pianista Jaki Byard e si assume costantemente dei rischi in tutto ciò che fa. I Talk With The Spirits, il suo album di flauto, venne dopo e diede al mondo 'Serenade to a Cuckoo', mentre Volunteered Slavery del 1968 permise a Kirk di assaltare Burt Bacharach, tra gli altri, dandogli un nuovo pubblico, ma questa è la gioia del jazz di pietra . (KS)
MONACO THELONIOUS: IL GENIO DELLA MUSICA MODERNA, VOL. 1 (NOTA BLU)
Thelonious Monk (p), Idrees Sulieman / George Taitt (t), Danny Quebec West / Sahib Shihab (as), Billy Smith (ts), Gene Ramey / Bob Paige (b) e Art Blakey (d). Rec. 1947
Queste prime parti di Monk sono quasi affondate senza lasciare traccia quando sono state pubblicate per la prima volta come singoli a 78 giri, ed è stato solo a causa di una selezione di LP con questo titolo a metà degli anni '50 che più di una manciata di scommettitori ha preso nota. I Blue Note, però, erano così presi da Monk che avevano fatto queste tre sessioni in poco più di un mese, solo per ottenere le prime versioni per piccoli gruppi di "Round Midnight", "Ruby My Dear", "Thelonious" e " In Walked Bud 'tra gli altri. Con la possibile eccezione di Idrees, i solisti non erano all'altezza del pianista. Eppure il miracoloso Blakey è al suo meglio all'inizio. (BP)
WAYNE SHORTER: SPEAK NO EVIL (BLUE NOTE)
Wayne Shorter (ts), Freddie Hubbard (t), Herbie Hancock (p), Ron Carter (b) ed Elvin Jones (d). Rec. 1964
Registrato pochi mesi dopo il suo periodo con Miles, questa data trova Shorter al culmine dei suoi maturi stili compositivi e improvvisativi e nella congeniale compagnia di Hancock e Carter, con Elvin Jones che lo mantiene onesto alle spalle e Hubbard che fornisce il suo solito perfetto lamina nella parte anteriore. In un certo senso questo è il saggio di Shorter sul groove, ma la sua spigolosità non rende mai probabile che l'intero album raggiunga quel livello ineffabile, o che lo vorrebbe anche. Herbie, ovviamente, l'avrebbe fatto senza di lui pochi mesi dopo, durante il viaggio inaugurale. Così? Vive la differenza, diciamo ... (KS)
I 100 album jazz che hanno sconvolto il mondo sono stati ideati e compilati da Jon Newey e Keith Shadwick con il contributo di Stuart Nicholson, Brian Priestley, Duncan Heining, Kevin Le Gendre, Charles Alexander e Tom Barlow per JazzWise
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