Ryley Walker And Kikagaku Moyo - Deep Fried Grandeur (2021)

di Valerio D'Onofrio, Gianfranco Marmoro

Assistere a un live di Ryley Walker è un'esperienza totalmente differente da quella dell'ascolto di un suo Lp. I brani si dilungano sino a rasentare i venti minuti e si trasformano in enormi fiumi carsici dove le melodie del brano registrato spariscono e riemergono continuamente per raggiungere trance psichedeliche non percepibili nelle versioni in studio. Inoltre, una delle qualità di Walker, sperimentata anche durante uno dei suoi tour italiani, è la capacità di interagire con altri musicisti con una naturalezza impressionante, ed è quello che è accaduto sul palco di Utrecht nel 2018 nell’ambito del festival “Le Guess Who?”.

“Deep Fried Grandeur” è il frutto di una jam session tra il musicista di Chicago con la propria band e i giapponesi Kikagaku Moyo, gruppo di musica psichedelica che vanta ben cinque album realizzati a partire dal 2013. Con qualche rimaneggiamento in sede di produzione, il set è stato trasformato in due lunghe composizioni che occupano le due facciate del vinile (il download è invece gratuito) ricche senza dubbio di tutti i luoghi comuni di un evento del genere, tuttavia attraversate da un flusso di idee che è pari solo al piacere che devono aver provato i musicisti sul palco.

Ci si trova nel regno di quella psichedelia che subisce il fascino orientale della musica e del misticismo indiano in cui rivive la leggendaria “Taxim” dei Kaleidoscope, i momenti più dilatati e persi nella trance assoluta dei Grateful Dead, il kraut-rock mistico dei Popol Vuh, Jimi Hendrix, gli Spacemen 3, pregevoli esotismi in linea con la psichedelia anni 70, raga indiani e modulazioni tipiche del progressive-rock.

Queste sono le basi del lavoro per due brani che si differenziano per la struttura più meditativa e attendista di “Pour Dampness Down In The Stream”, e una più avventurosa e corroborante cavalcata di riff e atipiche soluzioni psichedeliche (“Shrinks The Day”), che evidenzia le molteplici qualità dei giapponesi Kikagaku Moyo.

Album come “Deep Fried Grandeur” sono una potente iniezione di vitalità in un panorama che vede il trionfo della musica liquida, mentre la musica live si annuncia come una delle ultime trincee dove gli amanti del rock possono trovare conforto e soddisfazione, a partire da questo prezioso gemellaggio spontaneo e forse irripetibile.

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