Valerie June – The Moon And Stars: Prescriptions For Dreamers (2021)

di Ricardo Martillos

Ci sono voluti ben quattro anni per avere il successore dello splendido “The Order Of Time”, album ammirato e stimato da sua maestà Bob Dylan, ma alla fine Valerie June ce l’ha fatta. Il risultato è questo splendido “The Moon And Stars: Prescriptions For Dreamers “ e valeva  la pena aspettare perché è il suo album più bello e personale d’una carriera in forte ascesa. Un album che lei definisce il suo manifesto personale, dove realizza il  sogno di fare musica, ammirando e seguendo le orme del padre, pure lui grande appassionato. Da piccola cantava già nei soliti cori della chiesa, come sono solite fare molte donne di colore, luogo di culto che però ha spesso formato e sfornato molte grandi artiste del passato (e presente) a stelle e strisce. Il trasferimento a Memphis a soli 19 anni è stato determinante per lo sviluppo della sua carriera musicale, ricca di album contraddistinti da un deciso crescendo qualitativo. E’ impressionante la sua evoluzione, siamo passati dai primi due dischi dove erano presenti scarne ballate, traditional e canti appalachiani, con impalcature sonore limitate solo a voce e chitarra, alla raffinata produzione di quest’ultimo lavoro. Diciamo che la svolta è stata il terzo album, “Pushin’ Against A Stone”(2013) che già definiva la statura di grande artista della ragazza del Tennessee. Valerie June adesso è un artista fuori dal tempo, dischi come gli ultimi due potrebbero essere catalogati insieme a quelli di 60 anni fa, in virtù d’una voce unica, inconfondibile, che poco ha da invidiare alle fuoriclasse dalle quali prende ispirazione, le famose Queens of Soul. Prendiamo il singolo Call Me A Fool, preceduto dal breve reading  African Proverb recitato da Carla Thomas, 78 anni compiuti a dicembre, una che il soul e il R&B ce l’ha nel sangue e con un passato glorioso, su tutti il disco “King & Queen” (1967) col grande Otis Redding. E ascoltando questa canzone sembra di essere catapultati molti anni indietro, in un’antologia della Stax o in generale in una di quelle uscite da uno studio di registrazione di Memphis. Una prova vocale prodigiosa con un bel video a supporto dove Valerie June appare con i suoi soliti dreadlocks. Questo nuovo album presenta molte magnifiche slow tracks o soul ballads se preferite, ennesima dimostrazione della versalità della nostra. Un disco intimo, da vera sognatrice, dove le registrazioni sono avvenute con la luna piena, tutto come da titolo del disco. Rientrano a pieno titolo nella categoria slow cose come Colors, la notturna Stardust Scattering, Fallin’, quasi sussurrata e l’intensa Two Roads, che da vecchi nostalgici dell’età d’oro della musica, da boomer insomma, ci ha ricordato Janis Joplin. Appena più vivace appare Smile, ma altre bellezze hanno nome Why The Bright Stars Glow,  e le iniziali Stay e You And I, due prove vocale d’alto livello, da consumata soul singer. Se siete stanchi di ascoltare musica black piatta e monocorde come quella dei vari rapper in circolazione o dei tanti revivalisti soul delle ultime annate, con Valerie June avete una bella via d’uscita, una boccata d’aria fresca in un panorama musicale spesso asfittico come quello d’oltreoceano. “The Moon and Stars: Prescriptions For Dreamers” è un album stupendo, la sua interprete merita rispetto, non solo per il colore della pelle.

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