Neil Young & Crazy Horse – Return To Greendale (2020)

di Mario Turco

Inarrestabile Neil Young. Alla vigilia dei settantacinque anni d’età che compirà il 12 Novembre il cantautore oramai statunitense – naturalizzato soltanto nel 2020 – ha usato l’anno in cui questa pandemia di Covid-19 ha imperversato sul pianeta per fare ordine nella sua immensa carriera. Dopo la pubblicazione a Giugno di uno degli album più desiderati della storia del rock – quell’Homegrown registrato nel 1975 e tenuto nascosto per quattro decenni perché ritenuto troppo personale dato che verteva sulla dolorosa rottura con l’attrice Carrie Snodgress – dopo aver fatto causa all’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’utilizzo delle sue canzoni nei suoi comizi, il musicista ha infine reso disponibile nei negozi di tutto il mondo Return to Greendale, testimonianza live di Greendale, venticinquesimo album in studio del rocker. Registrato all’Air Canada Center di Toronto il 4 settembre 2003, Return to Greendale è disponibile come cofanetto in due dischi o in edizione limitata con due LP, due CD e un documentario, Inside Greendale, sulla creazione dell’album.

Questa pubblicazione prosegue così l’imponente opera di auto-catalogazione che sin dal 1988 Neil Young aveva discusso in diverse interviste come possibile per organizzare il suo imponente archivio di materiale inedito (live, studio, demo, ecc…) e renderlo disponibile al pubblico in uscite scaglionate. Il progetto si è però concretizzato soltanto negli anni 2000 e ha preso il semplice nome di Neil Young Archives Series. Questo Return to Greendale è rilasciato col titolo di Performance Series #16. La 16a Performing Series è dunque accompagnata nella versione con Bluray dal film del concerto diretto, così come il documentario Inside Greendale, dallo stesso Young sotto lo pseudonimo Bernard Shakey e prodotto da L. A. Johnson.
Ma di cosa parla esattamente l’album su cui è basata quest’importante performance? Greendale è un’opera rock molto Seventies su una piccola città immaginaria che è scossa dalla morte di un amato agente di polizia. Lungo le dieci canzoni dell’album suonate live il cantautore affronta temi importanti come il cinismo aziendale, il tossico ambiente piccolo-borghese mediatico ossessionato dagli scandali e la propaganda dell’era Bush. Per il suo storytelling così marcato Greendale fu subito paragonato ai capolavori della letteratura americana dell’ultimo secolo.

Durante il tour d’accompagnamento Neil Young si servì della collaborazione sul palco di molti artisti, cantanti e attori per dare ulteriore stratificazione alla storia del dramma esperito dagli abitanti dell’omonima cittadina. Le 10 canzoni dell’album originale sono suonate in sequenza con il cast che recita i testi aggiungendo quindi ulteriore intensità alla performance. Return to Greendale rende in maniera molto sentita l’esperienza multimediale offerta dallo show con scene prese da Greendale – The Movie, film di natura home-made ed al cui interno compare anche il compianto Ben Keith.

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