Michael Hedges - Aerial Boundaries (1984)
Spesso rinchiudere in un genere l’arte è estremamente limitativo. Lo è stato senz’altro per Michael Hedges, uno dei più grandi chitarristi degli anni ‘80 e ‘90, oggi semisconosciuto ai più. Hedges è uno che la gavetta l’ha fatta studiando: primi strumenti a 4 anni, poi un’amore per la chitarra e il flauto, studi di composizione alla Phillips University, in prestigiosi conservatori e persino alla Stanford University. Per qualche anno, dal 1976 al 1978 suona in un gruppo jazz, la Lotus Band, per i locali intorno a Sacramento. Una sera però, come qualche volta è accaduto nella storia della musica, a sentirlo ad una sua esibizione c’è la persona che ti cambia la vita. Per Hedges fu William Ackerman, chitarrista favoloso, fondatore della Windham Hill Records. Nel 1976 Ackerman l’aveva fondata per produrre i suoi lavori folk, e ben presto si aprì alle nuove avanguardie strumentali, soprattutto acustiche, ma anche elettroniche e di musica folk e etnica, che per “esigenze” comunicative e giornalistiche vennero definite New Age (Ackermann, che viene considerato uno dei fondatori del movimento new age, non ha mai dichiarato di farne parte): tra l’altro la casa editrice aveva la curiosa particolarità di avere in copertina solo paesaggi. Sia come sia, a colpire Ackerman furono le straordinarie doti e il talento di Hedges con la chitarra acustica (che ricordo è una chitarra classica con le corde in metallo), la straordinaria espressività del tocco, le idee geniali e alcune doti virtuosistiche uniche, come la tecnica da lui perfezionata del double tapping. Nel 1980 Ackermann gli fa firmare un contratto per due dischi: il primo esce nel 1981, Breakfast In The Fields prodotto dallo stesso Ackerman e registrato dal vivo su un registratore a 2 piste, senza post produzione. Le 11 tracce già segnano e emozionano per le atmosfere dolci e delicate che le note di Hedges riescono a creare, insieme al basso fretless di Michael Manning (allievo di Jaco Pastorius, bassista di riferimento della Windham e poi amico e collaboratore strettissimo di Hedges) e il pianista George Wilson. Hedges va in tour, continua a studiare e ci mette 3 anni per ritornare in studio. Ma il risultato è stupefacente. Aerial Boundaries (i “confini delle nuvole” e cosa c’è di più indefinibilmente certo dei loro contorni) può essere definito come uno dei più importanti dischi di chitarra acustica mai realizzati e, senza alcun dubbio, l’influenza del suo stile personale è rimasto un modello musicale per i decenni a venire. In scaletta 9 brani, registrati in diversi posti (Windham Hill Inn, Sheffield Studio e i Peabody Electronic Music Studio di Baltimore, Mobius Music e Different Fur Studio a San Francisco) dimostrato la sua abilità nell’eseguire melodie che sembrano “impossibili” per un solo chitarrista (più volte ci si chiede quante mani abbia), per la sua tecnica percussiva, per il double tapping. Tra le gemme, sempre accompagnate dal basso di Manning, la delicatezza emozionante di Aerial Boundaries, l’omaggio al grande chitarrista franco-algerino Pierre Bensusan in Bensusan (che ricambierà nel 2001 dedicando a Michael una toccante So Long Michael), le onde emozionali di Spare Change, una toccante cover di After The Gold Rush di Neil Young, l’intro di flauto traverso di Menage A Trois di Mindy Rosenfeld, che diventerà poi la futura Signora Hedges. Stavolta Hedges cura tutto, sia la produzione che l’ingegneria sonora, che gli valse una nomination ai Grammy Awards come Best Engeneering (premio non vinto). Michael sentiva troppo stretta l’etichetta di musicista strumentale new age che i critici della stampa specializzata gli affibbiarono, quindi decise, in accordo con Ackerman, di provare anche a cantare: Watching My Life Go By del 1985 lo vede cantare in tutte le tracce, dove scompare la sua vena intimista e introspettiva per una musica più piena (di strumenti, assoli, cori e così via) che però ebbe molto successo. La carriera di questo straordinario chitarrista si interrompe nel 1997, quando la sua BMW color amaranto è trovata distrutta in un burrone: Michael era uscito di strada perdendo il controllo dell’auto nei pressi di San Francisco. L’anno dopo, il suo disco, Oracle, vinse il Grammy per Miglior Album Disco New Age. Un modo beffardo per ricordare la tecnica, la classe e la dolcezza di uno dei chitarristi più grandi di tutti i tempi, di cui Joe Satriani disse:”La sua musica ha un'emozione e un carattere tutto suo, è tecnicamente eccezionale ma sempre vera”.
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