Husker Du. Ti ricordi? Storia e curiosità della band norvegese

di Vittorio

Un piccolo viaggio nella discografia degli Husker Du il cui significato del nome del gruppo norvegese è “ti ricordi”. Soprannominati la “band più veloce del pianeta”, gli Husker Du hanno pubblicato, tra gli altri, il concept album Zen Arcade
Certo che vi ricordate degli Husker Du. Quel trio di Minneapolis, Minnesota, formato nel 1978 e, che a seguito dei buoni uffici dei Minutemen, incisero i loro primi lavori agli albori degli anni 80, per poi firmare con la SST di Greg Ginn dei Black Flag. Ma come fate a non ricordarli? Il loro stesso nome in lingua norvegese significa “ti ricordi” e in occasione del loro primo Ep, registrato dal vivo Land Speed Record, su label New Alliance, i tre si guadagnarono l’appellativo di “band più veloce del pianeta”. Si! Quei tre che in una loro intervista ebbero a dire che si stupivano che tutti quanti quando parlavano di hardcore mettessero l’accento sul lato violento (hard) mentre loro preferivano senza dubbio esaltare il lato emozionale (core).

Ve li ricordate ora? Ma nemmeno se vi cito il seguente Everything Falls Apart, sempre su New Alliance e Metal Circus, esordio su SST? Allora proprio non li conoscete!

Mi sembra assurdo. Anche perchè nelle vostre case non dovrebbe mancare il doppio concept del 1984 Zen Arcade (primo album indipendente americano a superare la soglia di 100.000 copie vendute), che narra in 23 pezzi la storia di un ragazzo che lascia gli agi della propria casa a favore delle incertezze del mondo esterno, facendo in tal modo tante esperienze e ponendosi domande che, fra le 4 mura, prima non si era mai fatto.

Zen Arcade è un disco di grande impatto, che pur uscendo dai canoni del punk rock propriamente detto riscuote un discreto successo e avvicina al loro mondo nuovi fans.

E come non potrebbe essere altrimenti, vista la bellezza dei pezzi e l’apertura mentale dimostrata dai tre – per inciso i loro nomi Bob Mould alla chitarra, Greg Norton al basso e Grant Hart alla batteria – in occasione anche del successivo vinile fatto uscire.

Un 45 giri Eight Miles High, cover dei Byrds. Assolutamente fantastica. Altro inciso: i Byrds, insieme ai Ramones, a Hendrix e ai Beatles sono sempre stati indicati come fonti di riferimento della loro musica.

Senza questi due lavori, il doppio Lp e il 45, lo sviluppo del rock americano e del musica che attualmente ascoltiamo (quella che ascoltiamo noi, ovviamente, non quella che viene trasmessa per radio o per tv o che viene spacciata su alcuni canali web! dite che ciò può sembrare una dichiarazione arrogante? bene, lo è!) non sarebbero stati gli stessi.

Il sacro fuoco dell’arte e l’ispirazione danno frutti maturi anche nell’anno di grazia 1985. Infatti a breve distanza l’uno dall’altro escono New Day Rising e Flip Your Wig, sempre su SST, ma è l’anno successivo a consacrarli al grande pubblico delle due sponde dell’oceano.

Infatti è del 1986 la firma del contratto con la Warner Bros l’incisione di Candy Apple Grey e soprattutto di un altro doppio LP: Warehouse: songs and Stories, dove come per incanto avviene la piena attrazione del gruppo e quindi il furore punk incontra le delizie del pop.

Se non vi fidate del sottoscritto, ascoltate le parole di Simon Frith:

«“Warehouse” degli Husker du è la migliore raccolta di musica rock bianca del decennio».

Husker Du, il declino
Ma… si c’è un ma. Dopo questo lavoro problemi fra Mould e Hart impediscono al gruppo di proseguire. Ci si mette anche il terribile flagello della droga che devasta il corpo e la mente dei protagonisti di questa esaltante avventura e nel 1897 il gruppo si scioglie.

Restano le loro canzoni. Contenute nei dischi che possediamo gelosamente. Ma veramente non li ricordate? Ma si quei tre di Minneapolis…

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