Garybaldi - Nuda (1972)

Il mese dei dischi gioielli dimenticati si conclude con un disco italiano. Partiamo subito dalla sua copertina: Guido Crepax disegnò per i Garybaldi una sensualissima Bianca (nelle cui fattezze si può riconoscere la più famosa Valentina) distesa in una giungla come una sensuale Gulliver con i Lillipuziani: il disegno si apriva in tre parti creando un sensazionale poster 30X90 cm, con le nuvole che formavano il titolo di questo disco, piuttosto provocatorio: Nuda. I Garybaldi erano agli inizi degli anni ‘70 una delle più promettenti e famose band del progressive italiano. Nascono a Genova come Gleemen nel 1965, quando Pier Niccolo “Bambi” Fossati fonda il gruppo con Maurizio Cassinelli (batteria e voce), Lio Marchi (tastiere) e Angelo Traverso (basso). Suonavano il beat, cioè un rock leggero che si rifaceva ai primi Beatles e ad altri gruppi del cosiddetto Mersey Sound (dal nome del fiume che attraversa Liverpool) e come Gleemen ebbero discreto successo incidendo una cover di Lady Madonna dei Fab Four. Iniziano una grande stagione, a cavallo tra il 1969 e il 1970, di concerti, e nel 19710 pubblicano il primo disco, Gleemen (1970). Passano pochi mesi e il gruppo decide di dare una svolta al loro suono: Fossati, che è un ottimo chitarrista, è folgorato da Hendrix, e inizia a scrivere musica tenendo come faro il genio di Seattle. La prima svolta si ha nel 1971 con un singolo, Marta Helmuth / Corri Corri Corri, storia di una donna condannata al rogo per stregoneria, dove il suono si fa più aggressivo e tagliente: sulla copertina appare la scritta “da oggi non siamo più i Gleemen, siamo i Garybaldi”. Un anno più tardi l’esordio discografico come Garybaldi, con Nuda. L’idea è di scrivere una sorta di Electric Ladyland italiano, con però più aggiunte progressive. La chitarra di Fossati è portentosa, la sezione ritmica Cassinelli-Traverso è puntuale e regala ai brani una solida struttura portante, gli interventi di Marchi sono guizzi alle tastiere, al mellotron, all’organo hammond. Il disco si può dividere in due parti: il lato a, molto più rock, parte con il riff di Maya Desnuda, una delle canzoni più famose del periodo, famosa anche per il testo dall’alto tasso erotico (Sei già spogliata, sei sul mio letto / sei tutta, nuda / Dolce visione, dolce passione / tu sei sempre, nuda / Maya Desnuda / Passan le ore, esce il sudore / tu mi travolgi, nuda / Dolce passione, dolce visione / tu sei sempre, nuda / Si, nuda / Vieni su… su con me… si, su! / Sempre più su!); poi si passa al noise psichedelico di Decomposizione, Preludio E Pace, due minuti di elettrica passione chitarristica, per poi arrivare a 26 Febbraio 1700, dolce slow blues (che si rifà a Angel di Hendrix) con famoso assolo chilometrico di Fossati. L’ultima traccia del lato A è L’Ultima Graziosa, che parte hard rock come pochi brani del periodo per poi riprendere un riff di Maya Desnuda, quasi a chiudere un cerchio musicale. Il lato B è composto dalla suite in tre parti Moretto Da Brescia. Qui il lato più progressive e creativo ha la meglio sull’emulazione hendrixiana, e le tre stanze (Goffredo, Il Giardino Del Re, Dolce Come Sei Tu) rappresentano al meglio la via italiana al Progressive, in un dei brani più belli musicalmente del periodo. Il disco, meraviglioso, ha discreto successo, e i Garybaldi suonano non solo per i maggiori Festival nazionali, ma come band di apertura ai concerti di Uriah Heep, ai Van Der Graaf Generator e persino Santana nelle loro date italiane. Passato alla Fonit e nel 1973 pubblicano Astrolabio, tentativo di dire la parola definitiva sul progressive, composto da due soli lunghissimi brani, Sette? (registrato dal vivo) e Madre Di Cose Perdute. Però il successo latita e Lio Marchi se ne va, Fossati Cassinelli formano un nuovo gruppo, Bambibanda & Melodie, con il bassista Roberto Ricci ed il percussionista indiano Ramasandiran Somusundaram. A fine anni ‘80 Fossati e Cassinelli riformano i Garybaldi, con nuova formazione, ma i loro lavori non hanno nulla del forza selvaggia, smaccatamente provocatoria, di questo disco, che anche per via della copertina di Crepax originale vale una piccola fortuna.


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