Laura Marling – Song For Our Daughter (2020)

di Roberto Remondino

Laura Marling che pubblica sul suo Instagram i tutorial di chitarra, ne spiega le diverse accordature e descrive le tablature delle sue canzoni. E’ arrivata a otto. Siete chitarristi? Vi consiglio di guardarli. Non lo siete? Vogliatevi bene e guardateli lo stesso.
Laura Marling che registra tre canzoni in versione stripped un Tiny Desk (House) Concerts per NPR. Guardatelo, è talmente emozionante nella sua semplicità che alla fine, forse, ringrazierete il fatto che duri solo 11 minuti. Non mi nascondo, a stento ho trattenuto le lacrime per quanta grazia risplende in quel salotto, e sono certo mi sarei lasciato andare completamente fosse durato di più.
Laura Marling che compila una playlist su Spotify dove mette in fila 25 brani per i 25 chitarristi che l’hanno maggiormente influenzata. Provate ad ascoltarla e scoprirete quanto per lei contino molto la sostanza, le cose eseguite bene e la pulizia del suono, quanto siano più importanti il tocco, l’espressività e le dinamiche rispetto alla velocità e al virtuosismo. Avrei scommesso e vinto pur incassando poco sulle presenze di Joni Mitchell e Paul Simon, oltre a quelle di Chet Atkins e Townes Van Zandt. Avrei giurato che avrebbe trovato spazio Jeff Tweedy, ma che gioia vedere in scaletta il povero Elliott Smith, sempre apprezzato per la grandezza del suo songwriting ma mai ordato come grande chitarrista. Avrei perso tantissimo viste le assenze di Bert Jansch e John Reinbourn, nomi sui quali mi sarei giocato una delle mie cose più care: i dischi che posseggo. Non avrei mai scommesso nulla sulla presenza dei chitarristi dei Sons of Noel and Adrian e su Blake Mills semplicemente perché ne ignoravo l’esistenza, e devo ringraziarla per avermeli fatti scoprire. Sono queste le cose di cui ci nutriamo, vero?
Laura Marling che a un certo punto della tournee legata alla promozione di “Semper Femina”, il suo album precedente, abbandona la casa discografica e il vecchio management senza alcuna previsione sul suo futuro perché “doveva prendere le distanze dall’idea di essere Laura Marling”.
Laura Marling che compie trent’anni.
Laura Marling che compie trent’anni e pubblica il suo settimo album al quale si somma quello intestato al progetto alternativo con Mike Kindsay, Lump, dal quale già quest’anno è atteso il secondo capitolo.
Laura Marling che anticipa l’uscita in digitale (per le copie fisiche si dovrà attendere fino a settembre) di questo nuovo “ Song For Our Daughter” per un motivo sincero: “Alla luce del cambiamento di tutte le nostre condizioni, non ho visto alcun motivo per trattenere qualcosa che, almeno, potrebbe intrattenere e, nella migliore delle ipotesi, fornire un senso di unione”.
Un album urgente e necessario come il titolo impone perché “È strano vedere la facciata della nostra vita quotidiana dissolversi, lasciando solo l’essenziale; coloro che amiamo e la nostra preoccupazione per loro. […] Mi piacerebbe che tu ascoltassi una strana storia sull’esperienza frammentaria e senza senso del trauma e un’estenuante ricerca per capire cosa significa essere una donna in questa società, quando lo ascolto ora, ha molto più senso per me rispetto a quando l’ho scritto. La mia scrittura, come sempre, era mesi, anni, antecedente alla mia mente cosciente, era lì da sempre, che mi guidava delicatamente attraverso il caos della vita”.
Il disco è di una bellezza nuda e abbacinante, ed è un lavoro inutile raccontare ogni singola canzone perché è un’opera che va ascoltata nella sua interezza. Un affresco dai colori tenui, guidato da una voce sempre più lieve e delicata ma sicura e dalle mille sfumature. E non voglio svelare nulla degli arrangiamenti, però sappiate che vi aspetta un miracolo di equilibrio ed eleganza.
É un disco importante e prezioso ed è lì, basta ascoltarlo per scoprire quanta meraviglia riesce a svelare ascolto dopo ascolto.
Anche se doveva essere chiaro già da qualche suo lavoro in qua, adesso è davvero fuori luogo continuare a descrivere Laura Marling elencando come suoi modelli Joni Mitchell, Rickie Lee Jones, Laura Nyro o Carole King, dal momento che lei stessa merita di essere citata a fianco di quelle straordinarie autrici. Della sua generazione il modello di riferimento per le future cantautrici.
“Come avrei guidato, armato e preparato mia figlia per la vita e tutte le sue sfumature? Sono più grande ora, abbastanza grande da avere una figlia mia, e sento la responsabilità di difendere “La Ragazza”. La Ragazza che potrebbe essere persa, strappata dall’innocenza prematuramente o inconsapevolmente sgretolata dalle forze che dominano la società. Voglio sostenerla e sussurrarle all’orecchio tutte le confidenze e le certezze che ho trovato così difficile procurarmi per conto mio. Questo album è quello strano sussurro, un po’ distorto, un po’ fuori sequenza, come la vita stessa. Voglio che l’abbiate”.
Quanto è bella Laura Marling e quanto è facile innamorarsene.

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