John McLaughlin – Is That So (2020)

Ci sono voluti sei anni per partorire questo disco e come dichiara John sul sito: “L’idea di questo album mi è venuta in mente all’inizio del 2013. Shankar e io eravamo stati in tournée con Shakti e mi sono costantemente ispirato alla sua voce superba e al suo talento gigantesco”.

Il chitarrista inglese che esordì, alla fine degli anni ’60, nelle formazioni elettriche di Tony Williams (Lifetime) e Miles Davis (a partire da “In a Silent Way”, 1969) è sempre stato protagonista di una fusione fra le costruzioni ritmico-melodiche della musica classica indiana, le armonie del jazz e i suoni acidi del rock.

La ricerca sull’integrazione fra la matrice jazz e quella indiana all’insegna dell’improvvisazione ha caratterizzato il suo stile di chitarrista improntato su frasi ritmicamente complesse e veloci che riproducono i movimenti delle tabla su strumenti a corda elettrici, acustici ed elettronici occidentali, spesso confuso con per mero virtuosismo.

Prima nell’esperimento post-hendrixiano della “Mahavishnu Orchestra” e in particolare con il gruppo “Shakti” e “Remember Shakti”, a partire dagli anni ’70, McLaughlin si è rapportato continuativamente a vari virtuosi della musica classica indiana fra i quali il tablista Zakir Hussein, Uppalapu Srinivas, Lakshminarayana Shankar, Hariprasad Chaurasia, Vikku Vinayakram, Shankar Mahadevan e Pandit Shivkumar Sharma .

Queste produzioni all’insegna del crossover fra jazz e musica indiana rappresentano le realizzazioni migliori del chitarrista, specie negli anni recenti, grazie anche alla vitalità delle improvvisazioni.

Lo scorso anno McLaughlin aveva pubblicato un “Live in San Francisco” intestato a “John McLaughlin and Jimmy Herring with The 4th Dimension and The Invisible Whip”, un supergruppo con il virtuoso della chitarra rock-jazz-blues Jimmi Herring incentrato sulla riproposizione del materiale dei primi anni ’70 della Mahavishnu Orchestra.

Negli ultimi anni le produzioni originali di McLaughlin stagnavano sul perimetro delle idee già esplorate ampliamente nel corso degli anni 70-80 e ci aspettiamo che il confronto, sempre stimolante, con nuovi esponenti della musica indiana possa offrire una freschezza sia nella sperimentazione delle idee che nelle performance.

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