Deep Purple Live 1972: Made in Japan
Il vinile dei Deep Purple Made in Japan Live, 1972 |
Made in Japan, un viaggio musicale con i Deep Purple, alla scoperta del live del 1972 a Tokyo e Osaka dove registrarono uno dei loro capolavori…
a cura di Simone Forti
Era l’estate del 1972, più precisamente il mese di agosto, quando cinque ragazzi londinesi dalle grandi aspettative sbarcarono in Giappone per far ascoltare al popolo nipponico la loro arte musicale. Ian Gillan, Ritchie Blackmore, John Lord, Ian Paice e Roger Glover formavano la Mark due dei Deep Purple e i primi giorni di agosto diedero inizio al loro tour in Giappone probabilmente inconsapevoli del fatto che sarebbe poi diventato il più grande tour live dal punto di vista musicale di ogni tempo.
Le tappe registrate e riportate nel vinile Made in Japan furono quelle di Tokyo e Osaka, la registrazione su un mix rudimentale con solo 8 piste rende ancora più epica l’opera dei cinque geni dello spartito.
Made in Japan Deep Purple live, 1972
Il disco Made in Japan dei Deep Purple, inizia con il suono quasi timido dei tamburi della batteria, oggi da considerare quasi un giocattolo, di Ian Paice che sembra provenire da un’altro mondo e che pian piano si fa sempre più incessante e diventa la base che introduce dal nulla la graffiante ugola di Ian Gillan che annuncia il primo capolavoro della serata, Highway Star, nel bel mezzo della quale si trova uno dei più grandi assoli di chitarra mai ascoltati, un mix di tecnica e pathos che solo la Fender stratocaster di Ritchie Blackhmore poteva riprodurre, e che diventerà nel corso del tempo tappa fondamentale e imprescindibile per chiunque decida di iniziare a suonare una chitarra.
Si prosegue poi con lo xilofono di Jon Lord che per un attimo mette da parte il suo inconfondibile Hammond, per dare il là al classico dei classici il masterpiece senza tempo, il cavallo di battaglia di Ian Gillan, la struggente Child in Time, definirla canzone è senz’altro riduttivo, dieci minuti di crescenti emozioni che culminano negli acuti allucinati del singer più potente dell’hard rock e che nella sua parte finale ci coinvolge nelle strazianti urla di una madre che vede assassinare il proprio piccolo davanti ai propri occhi.
Si apre ora la terza traccia con un riff che diventerà nel corso della storia il più famoso e canticchiato della musica di ogni tempo da ogni persona ad ogni latitudine della terra, quello di Smoke on the Water, la canzone che parla di una disavventura del quintetto sulle rive del lago di Ginevra e che fu confezionata nell’arco di una notte. Si continua poi con The Mule, qui si ascolta un pezzo di grande bravura di Ian Paice più di 5 minuti di assolo ritmico di batteria, imperdibile per chiunque ama questo strumento, la canzone successiva è Strange Kind of Woman nella quale si può prestare attenzione al duello sonoro tra la chitarra di Blachkmore e la voce di Gillan che si battono nota dopo nota alla ricerca della perfezione stilistica di entrambi.
Il capolavoro dei Deep Purple si chiude con altre due gemme uniche nel loro genere, il rock-blues di Lazy e la roboante Starstruck.
Per chiunque voglia fare un viaggio in Giappone, insomma, lo invitiamo ad avvicinarsi prima musicalmente a questo capolavoro senza età, Made in Japan.
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