Skiantos - Kinotto (1979)
L’album di oggi, per una volta, non lo voglio ricordare per la perfeziona tecnica con cui è suonato, per la maestria del cantante o dei musicisti, per i successi di vendite. Lo voglio ricordare invece perchè rappresenta l’apice di un periodo dove un gruppo di giovani, che giocavano sull'irriverenza e sulla decostruzione dell’immaginario sociale, innestanto la musica di demenzialità, termine da loro coniato, ma che dietro lo spirito da deficienti nascondeva riflessioni niente male su quel tempo. Bologna, 1977: la prima generazione di laureati al DAMS, gli anni di piombo, un clima pesante di tensione. Uno di loro, Roberto “Freak” Antoni si è appena laureato con una tesi sui Beatles e vuole mettere su un gruppo, formato da 5 cantanti e 5 musicisti e un batterista, tutti dalla tecnica perlomeno discutibile. Grazie alla Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini, nel 1977 gli Skiantos pubblicano Inascoltabile: in un miscuglio grezzo di rock’n’roll e ironia trasgressiva, la musicassetta (un cult per i collezionisti, poi ristampata in LP due anni dopo), prende spunto dalla ruvidezza e l’immediatezza punk in cui sono iniettati i testi clamorosamente non-sense di Antoni. Nel 1978 la band si assesta nella sua formazione storica: Freak Antoni, Andrea “Jimmy Bellafronte” Setti, Stefano “Sbarbo” Cavedoni, il bassista Frankie Grossolani, i chitarristi Fabrio “Dandy Bestia” Testoni e Andrea Bellombrosa, fino al leggendario batterista Leo “Tormento Pestoduro”. Nel 1978 passano alla Cramps di Gianni Sassi, e unici della loro generazione a parlare la stessa lingua dei ragazzi: pubblicano prima il singolo Karabigniere Blues\ Io Sono Un Autonomo e l’album Mono tono, reso celebre dalla prima “hit” Sesso&karnazza. Iniziano anche ad esibirsi in live diventati di culto perchè spesso gettavano loro ortaggi al pubblico, e in questo senso storica fu la loro esibizione al festival Bologna Rock del 1979 dove la perfomance della band consistette in un adunata sul palco, la costruzione di una cucina e la cottura di una pastasciutta: ai conseguenti fischi e urla del pubblico, Antoni rispose con “Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda”. Sempre nel 1979, prodotto nientemeno che da Paolo Tofani degli Area, pubblicano il loro disco più bello e famoso: Kinotto. Seppur con il loro dissacrante stile, Kinotto contiene alcuni pezzi che nel loro piccolo hanno fatto la storia della canzone italiana, soprattutto per l’immaginario mitico dei testi: Mi Piacciono Le Sbarbine (Non posso farci niente (mi piaccion le sbarbine)\mi sento deficiente\ (yeah, yeah, yeah)\ lo so che non conviene\ (oh no mai)\però voglio starci assieme\ (oh yes), Kinotto (un kinotto ogni due ore fa passare il malumore), Freezer (con il leggendario verso “Stare solo mi fa bene ma poi mi rompo i coglioni”, il rock di Se Mi Ami Amami, il leggendario Gelati, “che costano milioni”. Musicalmente il disco è un portento rispetto ai precedenti, anche per amalgama del gruppo, che tenta anche una partecipazione al Festival di Sanremo ‘80 con Fagioli, che compare nelle successive ristampe di Kinotto. Dopo il brutto Pesissimo, Freak Antoni tenta la carriera solista con la musica swing e lo pseudonimo di Beppe Starnazza. Gli Skiantos nel 1984 tentano una nuova formula con Ti Spalmo La Crema (dalla comica copertina) ma i tre rimasti (Antoni, Cavedoni e Setti) stentano. La band si scioglie. Ma dura poco: nel 1987 il ritorno vero, con il classico Non C’è Gusto In Italia Ad Essere Intelligenti, forse quello musicalmente meglio suonato, con canzoni culto come Rantola Ancora, Sono Un Ribelle Mamma e Gli Italiani Sono Felici. Nel frattempo una band che secondo la leggenda si ispira a loro, gli Elio E le Storie Tese (nome che sarebbe un omaggio ad un verso di Eptadone, citando le «storie pese» presenti nel talkin’ iniziale) li sorpassa in forza e soprattutto successo, relegando il ricordo degli Skiantos nel sottobosco dei soli appassionati. Un ultima breve stagione di ribalta la hanno con la partecipazione come resident band alla trasmissione televisiva a Colorado con Diego Abatantuono, prima che un male incurabile aggravasse le condizioni di Freak Antoni che ci lascia nel febbraio 2014. Rimangono un gruppo dalle idee si demenziali ma dallo spirito unico, dalle genialate uniche e che sono stati, loro malgrado, i papà dell’alluvione di cabarettismo musicale: Sebbene cantassero: Se hai del sangue nelle vene se hai midollo nelle ossa son finite le tue pene con il rock avrai la scossa Il rock ti da lo shock Il rock ti da lo shock Il rock ti da lo shock Faccio un rock banale perché sono un animale ma che gran tedio ci dev'essere un rimedio (il Rock Ti Dà Lo Shock).
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