La musica Gospel è Gospel o Soul?

Musica Gospel: quando si parla di questo genere musicale si pensa subito a Oh Happy Day famosa canzone natalizia, ma non tutti sanno che invece è un brano pasquale e che la musica Gospel è molto più che una moda musicale. Vediamo perchè…

Quando si parla di musica Gospel, si pensa subito a Oh Happy Day, famosa canzone gospel che viene associata da tutti al Natale e ai tanti concerti a cui si assiste proprio in quel particolare periodo dell’anno. Quando anche io vado a sentire un concerto gospel, ridacchiando con le amiche dico “Non è Natale se non cantano Oh Happy Day“, ironicamente, ovviamente!

Oh Happy Day: famosa canzone gospel
Perchè? Forse non tutti sanno che Oh Happy Day è una canzone che ha un testo pasquale e non natalizio, infatti parla di quando “Gesù lavò le nostre colpe” ma da noi è diventata famosa negli anni ’80 per essere stata la colonna sonora di una pubblicità (natalizia) di una nota marca di spumanti, ecco quindi l’associazione sbagliata che è rimasta nel nostro inconscio: potenza della pubblicità! Questo involontario errore mi porta spesso a fare delle considerazioni sulla musica Gospel. Su cosa ne sappiamo e perchè la seguiamo, e mi chiedo se le folle che si accalcano ad un concerto di un qualsiasi gruppo che ha la parola “gospel” nel suo nome sia solo una moda.

Cos’è il Gospel? Un po’ di storia della musica gospel
La musica Gospel è molto più di una semplice moda musicale, è, prima di ogni altra cosa, una fede. Infatti la parola Gospel significa “Vangelo” e pare nasca dalla contrazione della frase “God’s spell” (Dio parla), tant’è che i testi sono tutti tratti dall’Antico Testamento della Bibbia, in particolare dal libro dei Salmi.

Il genere musicale che tutti conosciamo e apprezziamo (sempre quello di Oh happy day, per intenderci) ha quindi radici molto profonde e lontane nel tempo. Parliamo addirittura dei primi decenni del 1600 quando gli africani vennero deportati negli Stati Uniti per essere venduti come “schiavi” togliendogli tutto, soprattutto la loro libertà.

La maggior parte di loro veniva impiegata come braccianti nelle piantagioni di cotone o tabacco e solo grazie alla musica riuscivano a far fronte alla fatica del lavoro e alla privazione di qualsiasi diritto umano. Il gospel quindi ha nel suo embrione la musica tribale africana. Un lavorante intonava una frase e gli altri rispondevano in coro, questa era la forma della canzone gospel, che all’epoca si chiamava “Spiritual”.

Poi con il passare del tempo lo stile musicale si è evoluto fino a diventare sempre più ricco. Partito dal semplice canto a cappella, ha iniziato a far uso di strumenti e percussioni e le voci venivano suddivise in armonie sempre più ricercate. E se prima questi canti venivano eseguiti solo nei campi dove gli schiavi chiedevano a Dio la liberazione e la salvezza dall’oppressione, divennero poi protagonisti nelle celebrazioni religiose nelle chiese e infine nel secolo scorso la musica gospel iniziò a diffondersi anche nei locali (club), fondendo insieme allo Spiritual generi musicali come il blues o il jazz e grazie ad artisti famosi (una su tutti Mahalia Jackson) e all’avvento della radio e dei dischi inizia ad essere conosciuto in tutto il mondo.

Dagli Spiritual alla Christian Music
Nasce così, a poco a poco, la Musica Cristiana Contemporanea. Una musica i cui testi sono Gospel, cioè sempre tratti dalla Bibbia, ma proposti però con stili musicali più moderni. Si utilizzano, infatti, via via nuovi generi come il pop, il rock, il funky, il fusion, il punk, il rap, la dance, ecc. Accanto ai grandi interpreti della musica Gospel si affacciano nel panorama musicale anche altri artisti, capaci di coniugare testi d’ispirazione cristiana con sonorità più all’avanguardia (Larry Norman, Amy Grant o M.W. Smith, ad esempio).

Il risultato sono canzoni con una musicalità più immediata e alla portata di tutti. Ancora oggi infatti questo genere musicale persiste soprattutto nei paesi Anglosassoni, ma si sta affermando anche in Italia con il formarsi di gruppi giovani che fanno di questa musica la portavoce dei loro messaggi.

Se alla base di tutta questa musica ci sono testi tratti dalla Bibbia (e cioè Gospel) ha senso fare tutte queste distinzioni? Spiritual, Gospel (che si suddivide in traditional, black, contemporary…), Christian Music…?

Dalla musica gospel alla christian music alla musica soul
Ritorniamo per un attimo al nostro esempio iniziale Oh Happy Day. Questa canzone se cantata da un coro è GOSPEL mentre se cantata da un solista, con un arrangiamento pop diventa Christian Music? L’unica distinzione che farei è che, secondo me, sarebbe meglio lasciar cantare i brani classici, quelli più antichi, gli “spirituals”, alla gente di colore. Non perché noi non ne siamo tecnicamente capaci, ma solo che loro a mio avviso riescono a interpretarli nel migliore dei modi, solo loro hanno nei geni qualche avo che ha lavorato nel campi di cotone di cui abbiamo parlato prima e possono tradurre in canto quella voglia di libertà così tanto agognata.

Io sono dell’opinione che tutta la musica sacra sia Gospel sia che la si canti accompagnati dall’organo o da una band.

O forse, meglio ancora, aveva ragione Mina quando in un articolo di qualche anno fa apparso su un settimanale, parlava di come sbagliamo a voler suddividere la musica in generi (rock, pop, punk, gothic,…). L’unica categoria possibile è quella della musica soul, perché la musica proviene dall’anima.



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