Alice Zawadzki – Within You Is A World Of Spring (2019)

di Gianfranco Marmoro

Un ricco patrimonio di note nelle quali esplorazione e improvvisazione collimano, plasmando una musicalità senza barriere. Questo e altro c’è da scoprire nelle originali esternazioni sonore di Alice Zawadzki, cantante, compositrice e violinista anglo-polacca dal nobile curriculum artistico, ampiamente corteggiata dai cultori del nuovo jazz inglese. “Within You Is A World Of Spring” è il secondo album solista e giunge a ben quattro anni dall’esordio “China Lane”. Un viaggio nell’amara consapevolezza contro la quale si infrangono speranze, utopie e la spensieratezza del vivere quotidiano, al tempo stesso una riflessione sull’implacabile avvento della maturità e il confronto con la brutale e iniqua realtà che ci circonda.

Laureata in composizione e canto presso la Royal Academy of Music, violinista proveniente dal Royal Northern College of Music, vincitrice di vari premi e borse di studio, Alice Zawadzki ha allargato i propri confini culturali partendo dal jazz-blues di New Orleans e assorbendo stimoli e tecniche dall’incontro con le variegate realtà musicali americane, europee e orientali. Una voce tecnicamente perfetta, versatile come quella di una rockstar, aspra e lucida alla maniera di Annette Peacock o Kate Bush, colta ed educata al pari di una interprete di musica classica, e seducente come una discepola del soul più viscerale. Una musicalità che dal jazz prende ispirazione, frantumandone leggi e confini con uno slancio creativo che mette insieme forza narrativa e sublimazione sonora.

“Within You Is A World Of Spring” nelle intenzioni dell’autrice è un omaggio alla natura, una natura fatta non solo di rose e fiori ma anche di turbolenze e drammi, senza mai prediligerne un aspetto a discapito dell’altro. Così la musica alterna stridori e dolcezze creando un unicum malleabile e illimitatamente articolato: gli otto episodi nascono con nature disparate e contrastanti e anche al loro interno caos e armonia si susseguono senza mai suonare discordi. Il contrappunto si trasforma in estasi poetica con un rifulgere di colori e sfumature che ammaliano.
Oltre a una sezione archi, l’autrice è in compagnia di una solida formazione di musicisti jazz: il multipremiato e giovane chitarrista Rob Luft, il famoso bassista figlio d’arte Misha Mullov-Abbado (figlio di Claudio Abbado e della violinista moscovita Viktoria Mullova), la coreana Hyelim Kim che con il taegum (un flauto tradizionale della sua terra d’origine) ha già collaborato con artisti del calibro di Nils Frahm e Lubomyr Melnyk, e infine Fred Thomas, uno dei musicisti più creativi e originali della scena contemporanea, multistrumentista e produttore, che con il suo recente “The Beguilers” ha contraddistinto la nuova scena jazz inglese.

L’eclettismo di “Within You Is A World Of Spring” rimanda alle avventurose produzioni della Ecm, ma anche ai primi vagiti della Real World. Ogni capitolo dell’album è un universo, uno spaccato sonoro complesso e travolgente.
I sette minuti della title track sono edificati su scampoli di post-rock, allucinazioni orchestrali alla Godspeed You! Black Emperor, riff jazz-rock e una coralità quasi sinfonica, che consegna una delle pagine più stimolanti dell’anno in corso.
Sbaglia chi pensa che, dettate tali coordinate, l’autrice indugi su questo canovaccio per portare a termine l’intero progetto. Il calderone multietnico che dalla lingua spagnola arriva fino alle danze celtiche in “Es Verdad” (basata su un poema di Garcia Lorca) e le suggestioni poetiche che nascono dall’incontro del recitato di Zawadzki con il taegum flute di Kim nella delicata “The Woods” indicano un percorso multilinguistico e musicalmente flessuoso che non ha eguali.

Due gli episodi più marcatamente jazz: il primo, “Superior Virtue”, sottolineato dal tono greve del piano, dal malinconico suono di un violino e dalle atmosfere folk-esoteriche della voce; il secondo, “Twisty Moon”, ancor più articolato e criptico, adornato da neoclassicismi, contrappunti jazz e ardui virtuosismi.
Tra tanta meraviglia tecnica e creativa ci sono anche calore e passione, come quelli palesi e manifesti affidati alla romanza per voci e archi “O Mio Amore”, o alle seduzioni gospel-soul della splendida ballata “Keeper”, due degli episodi più intensi dell’album.
Fanno storia a sé i sette minuti e cinque secondi di “God's Children”, cadenzati da frammenti sonori quasi operistici, custodi di una delle invocazioni più intense dell’album, dove suoni e parole sgorgano come lacrime (“Osi sognare? I sogni non sono per tutti gli uomini? Lascia che te lo chieda di nuovo - i sogni non sono per tutti i figli di Dio?”).

L’unico rischio è che il polimorfismo di “Within You Is A World Of Spring” possa apparire eccessivo, ma è proprio qui che viene fuori l’enorme personalità artistica di Alice Zawaszki, autentica protagonista e filo conduttore di un racconto che sembra una saga infinita, e il cui unico vero scopo è quello di riconciliare l’ascoltatore con il concetto di bellezza.


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