Stevie Wonder - Songs In The Key Of Life (1976)

Uno dei più grandi geni della musica nasce prematuro il 13 Maggio 1950, a Saginaw nel Michigan. Nell'incubatrice dove viene portato c’è però troppo ossigeno, e questo gli causa la perdita della vista. Questo handicap però non ferma Steveland Judkins Morris dal dimostrate precocissimamente le sue doti artistiche. Impara a 3 anni a suonare il pianoforte, poi batteria ed armonica. Barry Gordy, il leggendario tycoon di Detroit che fondò la Tamla Motown, l’etichetta della musica nera, quasi non credeva fosse vero che questo piccolo genio 12enne sapesse fare tutto. Lo scrittura e ne fa un piccolo Ray Charles: nel 1962 esce Tribute To Uncle Ray, il primo di una serie di 5 dischi a nome Little Stevie Wonder, il nome d’arte che Gordy gli affibbia. Nel 1963 la prima numero 1 nella classifica di Billboard con Fingertips, e così fino al 1964 quando la normale crescita cambia il suo tono di voce. Nel 1966 quindi Wonder perde il “Little” e incide Up-Tight (Everything’s Alright) che segna il primo passaggio di stile: canzoni più strutturate, con Uptight ennesimo hit, e addirittura una rilettura non blasfema di Blowin’ In The Wind di Dylan. La crescita continua con Down To Earth (1966) e I Was Made To Love Her (1967), che contiene l’omonimo singolo di successo. Nel 1968 For Once In My Life è il primo disco pensato omogeneamente, e contiene canzoni che saranno rivalutate in seguito, come I Don’t Know Why che sarà ripresa persino dai Rolling Stones. I tempi sono però maturi per un deciso cambio di rotta. Wonder chiede sempre più margine di manovra e libertà creative, e si scoprirà in seguito che appena arrivato ai 21 anni ridiscuterà il contratto per avere una percentuale sui guadagni dalle vendite: Gordy gli accorda uno dei compensi più alti di sempre per 7 dischi in 7 anni, lasciandogli la più ampia libertà di progettazione e creazione. Nel 1971 esce Where I’m Coming From, primo disco prodotto da Stevie Wonder. Le idee sono ancora confuse, il successo però è ancora cospicuo e Wonder non si perde d’animo. Nel 1972 il primo, atteso, grande disco: Music Of My Mind segna la nuova era Wonder, definito dai fan “il periodo d’oro”. Inizia a farsi largo la classe e la creatività di un artista eccezionale, iniziano i suoi primi esperimenti ai sintetizzatori e di esplorazione di tutta la musica, non solo black, ma spaziando in ambiti prima di allora mai toccati. Talking Book (1972) piazza i primi due gioielli, in You Are The Sunshine Of My Life e nella irresistibile Superstition. Nel 1973 il suo album politico: Innervisions è un album epocale, anche per le tecniche di registrazione (tipo gli effetti special di Living For The City), per il tiro politico anti-Nixon della storica He’s Misstra Know-It All, nelle epocali Too High, contro la droga, e la meravigliosa Don’t You Worry’Bout A Thing, che diventerà uno standard della musica soul. Fulfillingness’ First Finale, pur contenendo l’ennesimo numero uno, You Haven’t Done Nothin’ (canzone super politica e di protesta tra l’altro), forse appagato da 3 Grammy Award in 4 anni per il miglior disco, l’ispirazione sembra venire meno. E l’attesa spasmodica dura oltre 2 anni, in cui Wonder diventa ancora più maniacale, tanto che molti suoi collaboratori gli pregano di andare a dormire ogni tanto. Nel 1976 esce Songs In The Key Of Life, doppio album più un ep di 4 brani in edizione speciale. 25 canzoni che sono l’enciclopedia della musica nera, una incredibile panoramica di stili, generi, musiche che influenzerà le successive due generazioni di musicisti. Una cascata di idee, un fronte musicale che spazia dal jazz alla Miles Davis di Contusion alla delicatezza di Love’s In Need Of Love Today, o alla bellezza toccante di I Wish o di Knocks On My Feet. E i cori armoniosi di As, con Herbie Hancock al piano, l’acida di Village Ghetto Land, il tenero omaggio alla figlia di Isn’t She Lovely. Omaggio più bello e sentito non si poteva fare al da poco scomparso Duke Ellington nella storica Sir Duke, uno dei singoli più belli di sempre. Pastime Paradise diviene miniera per i campionamenti dei futuri rap e Coolio ne rifarà una ht mondiale nella sua Gangsta’s Paradise. Aiutano alla meraviglia anche George Benson, che suona la chitarra in Another Star, i cori fenomenali di Ordinary Pain di Minnie Riperton, Mary Lee Whitney, Deniece Williams, Syreeta Wright (quest’ultima ex moglie di Wonder) e Mike Sembello, giovane chitarrista che diventerà famosissimo anni dopo per la colonna sonora di Flashdance. Ce ne è abbastanza per confermare che Gordy non potesse scegliere soprannome più azzecato: Wonder. Uno dei dischi più influenti di sempre, dei più amati, copiati o imitati, uno dei più saccheggiati in riff, giri di basso, basi musicali, una delle rare dimostrazioni di padronanza totale della musica. Una totale meraviglia.

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