Prozac+ - AcidoAcida (1998)
Mi sento scossa agitata, agitata, un po’ nervosa\Oo oo oo oo!\Acida come di più non si può, di più non si può, come un acido\Oo oo oo oo!. Fu la canzone dell’anno, nel 1998: una veloce base punk ed un testo un po’ nonsense che giocava sul doppiosenso, tra l’acidità intesa come freddezza e irritazione personale e il suo significato legato alle droghe. Poteva essere prevedibile da un trio che come nome scelse la denominazione commerciale della fluotexina, uno dei più famosi farmaci antidepressivi. I Prozac+ sono stati il primo gruppo famoso del Nord-est italiano della nuova generazione. Il trio principale era composto da Gian Maria Accusani alla chitarra, che aveva già suonato nel primo gruppo di Davide Toffolo, poi leader dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Eva Poles al canto e Elisabetta Imelio al basso. Formatisi a Pordenone, in breve grazie ad una intensissima attività live nei locali iniziano a farsi un piccolo nome. Si interessa di loro l’etichetta Vox Pop, che in quel periodo pubblicava gli Africa Unite, i Casino Royale, i Sottotono e gli Afterhours di Manuel Agnelli, socio della compagnia discografica. Il loro stile musicale è semplice ed ad effetto: riff schizzati alla Ramones e testi che giocano sull’ironia e sul doppiosenso, con un’immaginario perfettamente decadente anni ‘90 fatto di alienazione giovanile ma soprattutto amori tossici e un rapporto contraddittorio con le sostanze stupefacenti. Nel 1996 la prima prova discografica, Testa Plastica, è un pop punk fulmineo, spesso divertente, che ha in Pastiglie la prima canzone famosa. L’anno successivo la EMI acquista tutto il catalogo dalla Vox Pop e ripubblica il disco con l’aggiunta di una cover dei Violent Femmes, Gone Daddy Gone. Nel settembre dello stesso anno, aprono i due megaconcerti del PopMart Tour degli U2 a Roma e a Reggio Emilia, quest’ultimo davanti a 150 mila spettatori. Nel 1998 il disco di oggi: trascinato dall’irresistibile riff del singolo che dà titolo all’album, Acido Acida diviene uno dei dischi del decennio: le radio impazziscono e Acido Acida solo come singolo venderà 170 mila copie. la formula è la stessa del punk, elementare ma digeribilissimo, soprattutto dal vivo. I riff veloci e riconoscibili di Accusani vengono cullati dalla voce altera e rassicurante della Poles, in un mix davvero riuscito. Prova ne sono alcuni bravi: Colla, che anch’essa gioca sul doppio senso tra una “una colla che ripari tutto\ quello che ho rotto anche i ricordi” e il riferimento alla colla come allucinante a buon mercato (con omaggio sentito ai Ramones e alla loro storico Now I Wanna Sniff Some Glue). La Poles che aggiunge “la là” alla fine di ogni verso è una genialata e diventerà un marchio di fabbrica. Ma il disco offre anche una prova canora di Accusani in GM, dove elenca tutto quello che farebbe e si farebbe fare per conquistare la propria amata, Ics, dove si racconta la vicenda di una sorta di superoeroe che mentre dorme aggiusta le ingiustizie del mondo, e un altro dei brani cult della band, Betty La Tossica, cantata da Accusani, e che parla di una bellissima eroinomane, “ha 15 anni ma ne mostra 30\vive nei parchi assieme ai gatti\tutti si innamorano di Betty tossica\un'eroinomane, la piu’ bella che c'e‘”. Il successo è formidabile, così come le critiche sulla deriva morale della musica giovanile (non vi ricorda qualcosa questo passaggio attualmente?). Dopo un tour biennale di quasi 200 concerti, un mezzo anno di pausa, e il ritorno con 3, nel 2000. Magica Cagna vorrebbe essere la sorella sfacciata di Acido Acida, e la tecnica è la stessa dell’exploit del ‘98, sebbene il disco mostri una migliore intesa e una forza più matura, ben rappresentati da Angelo, che rispetto al punk ha un arrangiamento decisamente ambizioso; meno da “slogan” il disco però non ottiene il successo del precedente ed induce la band ad un profondo ripensamento. Accusani inizia a prendere in mano anche le parti vocali in Miodio del 2002, disco molto curato ma che segna la fine del progetto iniziale, sancita da Gioia Nera, con atmosfere progressive alla Muse. Resta innegabile la scossa che dettero al movimento musicale italiano, attraverso anche una scelta provocatoria nella “banalità” di certi testi, che però è sempre stata supportata da una musica che è definitivamente trascinante. In una discutibile classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre (discutibile perchè tutte le classifiche basate sul gusto lo sono) stilata da Rolling Stone Italia figura al 98° posto. Che abbiano lasciato una traccia non c’è dubbio, a segni di ritornelli con i “la la la”.
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