Il buddha di Jimi Hendrix

di Guido Mariani


Quest’anno si celebreranno i 50 anni del festival di Woodstock, risvegliando se possibile ancora di più l’interesse e il ricordo di quell’evento, nato quasi per caso e diventato un momento spartiacque nella storia della musica e della cultura giovanile. Gli anniversari portano con sé anche un curioso effetto collaterale, l’interesse dei collezionisti e il conseguente impennarsi dei prezzi delle memorabilia legate ai personaggi di quella stagione. Il pezzo più ambito è già passato da molte mani e attualmente non è sul mercato. Si tratta, ovviamente verrebbe da dire, della chitarra più celebre di Jimi Hendrix, la Fender Stratocaster bianca del 1968 con cui il grande chitarrista straziò le note dell’inno americano il 18 agosto 1969 al termine di un’esibizione leggendaria…

Ma c’è anche un Hendrix non musicale che è entrato nei radar dei collezionisti. Il primo, vero guitar hero della storia fu proprietario di una preziosa statua bronzea di un buddha risalente alla dinastia cinese Ming. Un reperto raro, il cui curioso incontro con la rockstar ne ha amplificato l’alone misterioso e, inevitabilmente, il valore commerciale.
Hendrix ricevette in regalo l’antico manufatto attraverso una sua cara amica, Stella Benabou Douglas, ai tempi moglie del produttore discografico Alan Douglas che diventò custode delle ultime registrazioni di Jimi. Stella era proprietaria di una boutique al Greenwich Village di New York che Hendrix amava frequentare e che, su suggerimento dello stesso artista, venne battezzata «The Nudist Colony».

Con Stella e con l’altra proprietaria del negozio, Collette Mimram, Jimi nel luglio del 1969 trascorse una vacanza in Marocco. Le due divennero per il rocker delle muse ispiratrici, le scelse come consulenti per il suo guardaroba e il suo stile e furono loro a scegliere il look che Jimi adottò a Woodstock. La storica giacca di pelle a frange e la bandana provenivano proprio da «The Nudist Colony» e divennero anch’esse simboli dell’epoca. Poco dopo il festival di Woodstock, su suggerimento di Stella, Alan Douglas acquistò in un negozio di New York il buddha per regalarlo a Hendrix per il suo ventisettesimo e purtroppo ultimo compleanno e per arredare il suo nuovo appartamento sulla West 12th Street. Jimi si era trasferito nell’appartamento traslocando dallo scantinato della casa del suo manager Michael Jeffery in cui l’unico arredo erano le sue chitarre.

lui il buddha fu un regalo importante, segno forse di un’agognata vita più stanziale e benestante. Ricorderà Stella Douglas: «Non penso che avesse mai posseduto qualcosa di vecchio e prezioso come questo e ci si affezionò molto. Mi chiese come mai i buddha avessero tutti la pancia. Gli spiegai che devono contenere l’intero universo. La storia l’affascinò molto e la ripeteva spesso, soprattutto quando mostrava la statua». Stella vide Hendrix l’ultima volta a Londra poche ore prima della sua morte. Era la notte del 18 settembre 1970. Erano entrambi a una festa di un amico comune, Hendrix andò via accompagnato dalla sua fidanzata di allora Monika Dannemann verso le 3 del mattino. Morì la mattina successiva nel sonno.

Stella e il marito tornarono a New York. Michael Jeffery iniziò a svuotare la casa in affitto di Jimi e invitò la coppia a prendere il buddha a cui Hendrix era così legato. Stella e il marito divorziarono e la preziosa statua rimase a Donna per più di 40 anni. Il cimelio è riemerso dal passato l’anno scorso quando una casa d’aste di Boston l’ha messo in vendita. Una perizia di un esperto d’arte orientale l’ha certificata come un autentico manufatto cinese del periodo Ming (1368-1644). È stata venduta per più di 25mila dollari.

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