Thom Yorke – Anima (2019)
Potete togliere tutto a Thom Yorke, ma non Nigel Godrich. Vero e proprio sesto Radiohead, ma anche primo collaboratore delle escursioni soliste del frontman. In questo caso praticamente l’unico, ad eccezione del drumming di Phil Selway nel penultimo brano in scaletta (‘Impossible Knots’). ‘Anima’ è un disco concepito e composto da Yorke e Godrich come se fossero un duo, l’apporto di Nigel è stato indispensabile e decisivo nella creazione di questi brani, a cui successivamente è stato dato anche un corredo di immagini grazie al cortometraggio di Paul Thomas Anderson disponibile su Netflix.
E’ stata l’infatuazione di Thom per la musica di Flying Lotus, in particolare nella sua versione live, che ha fatto in lui scoccare la scintilla dell’ispirazione. Lo ha spinto a comporre una serie di lunghe suite elettroniche senza capo né coda, girate poi all’amico fidato per una cernita. La complessa opera di cut ’n’ paste di Nigel ha prodotto le basi sulle quali Yorke ha scritto (o recuperato da vecchi bozzetti) quelle che si possono propriamente definire canzoni, sebbene dal carattere alquanto sperimentale anche dal punto di vista della loro forma.
E’ un po’ quanto ha costantemente caratterizzato la produzione solista del leader dei Radiohead, una scelta di campo evidente palesata anche nella sua band principale, la prima volta nella celebre accoppiata ‘Kid A’/‘Amnesiac’ (2000/2001) ma ribadita con forza soprattutto in ‘The King Of Limbs’ (2011), a posteriori più simile a ‘The Eraser’ (2006) e ‘Tomorrow Modern Boxes’ (2014) che a qualunque altro LP del quintetto. Senza musicisti tra le scatole, Yorke è libero di dare sfogo alla propria passione per le avanguardie dell’elettronica contemporanea, costruendo uno storytelling stilistico molto preciso.
‘Anima’, come lascia intendere il titolo, ha però qualcosa in più: non è un disco digitale, celebrale e freddo come i due precedenti. E’ digitale, celebrale e caldo, perché la straordinaria voce di Thom è questa volta in assoluto primo piano, aspetto fondamentale perché le sue disquisizioni sulla deriva dell’umanità e sulla complessità della propria psiche diano la percezione di una connessione con la sua parte più intima (‘Twist’, ’The Axe’). Contano moltissimo anche le trovate in fase compositiva e produttiva, come il loop di ‘Traffic’, il giro di basso di ‘I Am A Very Rude Person’, il cupo ed emozionante spoken-word di ‘Dawn Chorus’. ‘Anima’ consegue l’obbiettivo che i suoi precedenti lavori solisti non avevano totalmente raggiunto: esaltare al meglio i talenti di uno dei più influenti musicisti degli ultimi 25 anni, in modo da giungere a una assoluta eccellenza sia di forma che di sostanza.
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