Leonard Cohen - Songs From A Room (1969)

Quando a 33 anni decise di avventurarsi nella musica, Leonard Cohen era già famoso per la sua qualità letteraria e poetica. Di famiglia benestante di Montreal, si appassiona negli anni scolastici ai grandi della letteratura, passione a cui si associa una particolare attenzione per la musica folk e country; il quindicenne Cohen, dopo gli anni della Guerra, inizia a suonare in qualche gruppo dilettantistico. Si laurea in letteratura alla McGill University, si trasferisce a New York. A 22 anni pubblica nel 1956 la sua prima raccolta di poesie, Let Us Compares Mythologies, poi si iscrive alla Columbia Graduate School. A New York resiste pochi anni: si trasferisce infatti in una isola dell’Egeo, Idra, dove inizia a comporre freneticamente poesie e il suo primo romanzo, Il gioco preferito (del 1963, pubblicato in italia da Longanesi solo nel 1975), profondamente autobiografico e che è considerato uno dei capolavori della letteratura canadese del ‘900. Ad Idra inizia a comporre durante periodi di digiuno e sotto l’effetto di amfetamine (così scriverà il suo secondo libro, Beautiful Losers, del 1967) e le liriche di alcune poesie che voleva musicale. L’input lo ebbe da Judy Collins, che nel suo disco del 1966 in My LIfe aveva già cantato due suoi brani (una prima versione di Suzanne e Dress Rehealsars Rag) e che nel 1967 lo invita in un grande concerto a Central Park. Nel 1968 esce il suo primo, leggendario disco: The Songs Of Leonard Cohen è un capolavoro di stile, poesia, emozioni, trascinato da alcuni capolavori come la Suzanne di apertura, la altrettanto mitica So Long, Marianne (dedicata alla sua amante Marianne Ihlen incontrata ad Idra), Sister Of Mercy. Nello stesso periodo, la Penguin pubblica una raccolta delle sue migliori poesie: per entrambe il successo è trascinante, e dopo una storica esibizione all’Ed Sullivan Show Cohen è un idolo generazionale. Nell’ottobre del 1968 inizia a registrare il seguito di Songs Of Leonard Cohen, secondo atto di una spettacolare triologia che si concluderà nel 1971 con Songs Of Love And Faith. Cohen inizia a registrare con David Crosby alcuni brani, ma vuole evitare le orchestrazioni che caratterizzavano il primo disco per una musica più scarna e fragile, più essenziale. Va a Nashville e con l’aiuto di Bob Johnston, che produsse anche Dylan, ottiene quello che vuole. Songs From A Room è ancora più essenziale, un ritratto in bianco e nero delle emozioni umane, ben rappresentato dalla foto di copertina (sul retro uno scatto rubato ad Idra che ritrae Marianne su una sedia). Storie struggenti di amore, come la meravigliosa Nancy, ricordi di fantasie drammatiche ed inquiete, A Bunch Of Lonesome Heroes (ispirata ai miti greci delle isole egee), un folgorante racconto biblico, Story Of Isaac (e questo tema sarà centrale in tutta la sua futura produzione fino alla conversione al buddismo, basta pensare a Hallelujah). C’è una cover di un canto partigiano francese, The Partisan, dove canta bilingue ma soprattutto c’è una delle sue canzoni più belle, magnifiche e conosciute: Bird On The Wire. Autobiografica, nasce dall’osservazione dei passerrotti che si posavano sui nuovi fili dell’elettricità che furono installata davanti la sua casa di Idra. È una dichiarazione di fragilità, ma di unicità e di grande forza di volontà nell’accettarsi, e nel rinascere. Cohen canta della sua anima indipendente, dell’ubriaco che stona in un coro di mezzanotte. Dopo l’uscita di questo album, intraprenderà una lunga tournee, dove si esibisce anche al Festival dell’Isola di Wight. Rimarrà per sempre il cantante d’oltreoceano più “europeo” per la sua raffinatezza sconfinata, per il suo stile, la sua eleganza, per la sua voce roca, magnetica, che con gli anni diverrà una lama di emozioni. E che arriverà ad influenzare intere generazioni di artisti, affascinata dalla profondità di ciò che aveva da dire arrivando ad essere esempio anche per chi ad un primo sguardo sembrava distante anni luce se anche i Nirvana in Pennyroyal Tea (da in Utero, 1993) cantano Give me a Leonard Cohen afterworld\So I can sigh eternally.

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