Jeff Buckley - Grace (1994)
Grace è l’unico disco completo che Jeff Buckley ci ha lasciato in sua memoria, prima che un destino dannato lo prendesse con se. Morì infatti, annegato nel maggio del 1997.
Dal padre Tim, uno dei più grandi cantautori del secolo scorso, oltre alla morte prematura, ha preso in eredità la grandissima dote vocale.
Il disco è composto da dieci brani di forte impatto, non solo vocale ma anche spirituale. La canzone d’apertura “Mojo Pin” è un’alternanza variegata che va dai sussurri alle grida, senza violenza e con sentimento Buckleyiano. "Grace" ci fa sentire le doti musicali di cui il nostro è in possesso. E lo si percepisce soprattuto dalle sue performance vocali.
“Last Goodbye” è l’esempio di come un brano “leggero”, cantato da Jeff diventi di spessore. “Lilac Wine” è tra i brani più spirituali del disco, la malinconia e la dolcezza dell’interpretazione lo fa avvicinare allo stile del padre. “So Real” ci porta agli antipodi rispetto alla precedente, un brano “libero” senza schema, un cavallo senza briglie. “Halleluja”, brano di Leonard Cohen, è l’esempio di come la copia superi l’originale. Sei minuti di grande intensità sonora, interpretata come meglio non si può: mistica e profonda.
“Lover, You Should’ve Come Over” rimane nei paraggi, la sua malinconia aumenta pian piano fino a coinvolgerti a tal punto che è come vedere una scena di un film, triste. Ulteriore alternanza sonora con “Corpus Christi Carol”, brano spirituale-religioso agli antipodi di “Eternal life” brano rockettaro con forti accenni chitarristici. L’ultimo brano del disco: “Dream Brother”, chiude in bellezza questo grande disco, e ancora una volta il misticismo di Buckley rimane in evidenza regalandoci una canzone carica di poesia e pathos.
"Grace" è un disco magico. L'abilità del mago Jeff è quella di riuscire a trasportarti nel suo mondo, un mondo tutto suo, fatto di figure di cartone, (chi ha cantato questa frase?) un mondo fatto di sensazioni, emozioni, pensieri. Nel mondo rock pochi come lui, sono riusciti a trasmettere con le parole e la musica "stati" di profondo spiritualismo mai banali.
Il mago Jeff ha avuto il coraggio di aprire una nuova strada tutta personale, il suo canto, i suoi testi, i suoi suoni, hanno creato un suo personale stile, unico e irripetibile.
“Grace" rimane uno degli album più importanti della storia del rock. Un disco senza tempo. Un regalo che Buckley ci ha lasciato in eredità.
Il suo testamento artistico-musicale-spirituale.
Lo scrivo sempre e ormai divento anche noioso,ma Grace è il mio disco preferito e scalzarlo dalla vetta della mia top ten,credo,sarà impossibile.La genialità come fatto genetico: padre e figlio Buckley hanno scritto alcune delle pagine più belle della storia della musica rock.
RispondiEliminaa me ad esempio papà Buckley non ha mai inciso più di tanto nei miei ascolti, ma Buckley figlio ... beh, che Dio lo abbia in gloria ... eh! un angelo caduto in terra e troppo presto tornato a casa! sigh!
RispondiEliminaQuante emozioni "Grace"!
RispondiEliminaUna goccia di profumo indelebile sulla pelle...
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