Demetrio Stratos (Alessandria d'Egitto, 22 aprile 1945 – New York, 13 giugno 1979)
Demetrio Stratos non è stato solo un grande artista, ma anche un cantante visionario dalle doti tecniche ed espressive molto particolari. Un vero ‘maestro della voce’ che ha saputo aggiungere nuovi colori alla vocalità.
Oggi nella musica pop va di moda la trap dove la voce, più o meno parlata, è artefatta digitalmente con un software di autotune. Semplificare o banalizzare il linguaggio musicale d’altronde non è una novità. Molti artisti hanno fatto successo col giro di do, mentre altri hanno passato la vita a cantare su tre accordi. Ma c’è anche chi ha lavorato e lavora giorno e notte per scoprire nuove strade inesplorate. Tra questi eroi in cui passione, curiosità e intelligenza si uniscono per sfidare l’ignoto, c’è sicuramente Demetrio Stratos.
Sono passati 40 anni dalla scomparsa di questo artista, cantante, musicista e ricercatore italiano, forse poco noto ai più, che vale la pena di ricordare, specie di questi tempi per molti aspetti poco virtuosi. Nato ad Alessandria d’Egitto e cresciuto immerso in un crogiolo di culture, etnie e mondi musicali diversi, Demetrio Stratos ancora bambino frequenta il prestigioso Conservatoire National d’Athènes studiando pianoforte e fisarmonica fino ai 13 anni. Nel 1957 la famiglia di origine greca lo manda a studiare a Cipro al Catholic College of the Holy Land.
Nel 1962 Demetrio Stratos si trasferisce a Milano alla facoltà di Architettura del Politecnico dove forma i primi gruppi musicali studenteschi. Nel 1966 viene conosciuto dal grande pubblico come voce solista dei Ribelli con i quali registrerà alcuni 45 giri di successo. Sono famose le canzoni Pugni chiusi, Chi mi aiuterà e Oh Darling! tutte incise in un album. Finita l’esperienza con i Ribelli, nel 1970 con il pianista Patrizio Fariselli fonda il gruppo degli Area.
Gli Area, ispirati dal compositore John Cage, sono tra i primi gruppi di musica rock progressive del nostro paese, in cui suonano musicisti con estrazioni diverse, dal free jazz, al pop, alla musica sperimentale. Nel 1978 Demetrio Stratos si separerà da loro per proseguire la carriera solista, ma oltre alla discografia ufficiale con gli Area, in tutti gli anni ’70 porta avanti sperimentazioni originalissime sull’utilizzo della voce come strumento. Si appassiona alle modalità canore dei popoli asiatici, studia i significati della voce nelle civiltà orientali e medio-orientali e arriva a collaborare con il Cnr di Padova.
L’appellativo di Stratos come ‘maestro della voce‘ non è quindi casuale. La sua originale tecnica vocale gli consentiva una estensione incredibile e di utilizzare la vocalità in modo molto particolare emettendo più suoni contemporaneamente. I suoi studi portarono la sua fama oltre confine ed oltre l’ambito puramente musicale. Nel 1978, invitato da John Cage, si esibì al Roundabout Theatre di New York e partecipò ad “Event” con il coreografo Merce Cunningham e la Dance Company, la direzione artistica di Jasper Johns, quella musicale di Cage e la collaborazione di Andy Warhol per i costumi.
La carriera di Demetrio Stratos venne stroncata a 34 anni da un forma gravissima di anemia aplastica e morì il 13 giugno 1979 a New York, alla vigilia di un grande concerto organizzato dai suoi amici all’Arena Civica di Milano per raccogliere fondi per garantirgli la degenza. Al concerto parteciparono gli Area e molti artisti come Angelo Branduardi, Francesco Guccini, Antonello Venditti e Roberto Vecchioni in quello che diventò l’ultimo saluto ad un grande e indimenticato ‘Maestro della voce’.
Fulvio Binetti
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