The Quintet - Jazz At Massey Hall (1953)

Il disco di oggi fu registrato il 15 maggio del 1953 al Massey Hall Theatre di Toronto, stupendo teatro da quasi 3000 posti, luogo in cui avevano già suonato Arturo Toscanini e aveva tenuto una serie clamorosa di concerti Enrico Caruso. La sera del 15 maggio del 1953 però tutta l’America del Nord era distratta da altro: a Chicago si stava svolgendo in contemporanea la rivincita dell’incontro di Boxe, valevole per il mondiale dei pesi massimi, tra Jersey Joe Walcott e Rocky Marciano. L’attesa per quell’incontro era spasmodica, dato che l’anno precedente il primo match fu risolto dopo una maratona di 13 round da un gancio di Marciano rimasto proverbiale per la sua forza devastante. Ma questa volta al pugile italoamericano bastarono pochissimi secondi per mettere al tappeto il suo avversario al 1° round. Anche per questo al Massey Hall c’erano solo 700 persone ad assistere ad uno dei concerti jazz più eccitanti della storia, per molti un apice inarrivabile anche solo per il fatto che fu l’unica volta che The Quintet suonò insieme. Il quintetto in questione era nel 1953 l’equivalente, per fare una similitudine sportiva, del Dream Team di basket alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, quello con Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird e altri leggendari campioni. Charlie Parker al sax, Dizzy Gillespie alla tromba, Charles Mingus al contrabbasso, Bud Powell al pianoforte e Max Roach alla batteria. Nel 1953, la summa theologica del bebop, quello stile, che, anche per una matrice politica, voleva eliminare la ballabilità del jazz per creare una musica nervosa, scattante, suonata a grande velocità, dove l’improvvisazione è regina incontrastata. Inizialmente viene suonato quasi di nascosto, nei locali a tarda notte dopo che avevano suonato le big band tradizionali. L’esibizione testimonia appieno quella forza creatrice nella scaletta del brani: si parte con la bellezza di Perdido, brano portato al successo da Duke Ellington negli anni ‘40 e divenuto sensazionale nelle interpretazioni vocali di, tra le altre, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Dinah Washington e che qui dopo una breve introduzione del tema principale parte per una favolosa improvvisazione; All The Things You Are, altro brano eccezionale, è un gioco magnifico tra la tromba di Gillespie e il sax di Parker; A Night In Tunisia, conosciuto anche come Interlude, è la quintessenza del bebop, brano di Gillespie storico, magnifico, qui in una delle interpretazioni più belle e riuscite. A queste si aggiungono altre perle come Salt Peanuts, 52nd Street Theme (di Thelonious Monk), Hot House, brano di quel Tadd Anderson considerato il romantico del bebop. Se tutto sembra magnifico, ci sono tanti aneddoti leggendari da raccontare: in primis, si dice che visto il basso afflusso di pubblico, mezza band fosse ubriaca già prima di iniziare a suonare; Parker, che già all’epoca era dipendente da alcol e droga, si dimenticò il suo sassofono e se ne fece prestare due da un negozio di strumenti musicali a pochi passi dal teatro, uno di plastica e uno di metallo, che alternò durante la sua esibizione; il concerto fu ad un certo punto portato avanti in trio da Roach, Powell e Mingus e questa esibizione compare nella storica riedizione del disco del 2004 che racchiude l’intera scaletta. Ultimo aneddoto riguarda ancora Parker: in copertina è accreditato come Charlie Chan per motivi contrattuali. Charlie Chan è un omaggio al personaggio dei romanzi di Earl Derr Biggers che narrano di un poliziotto cinese a Honolulu, famoso per il suo acume e per il fortissimo accento orientale. Le registrazioni furono possibili perchè Charles Mingus collaborava con la Toronto New Jazz Society, ma dopo un primo ascolto lo stesso Mingus con Max Roach riportò i nastri a New York e sovraincise tutte le parti di basso, cambiando anche l’assolo di All The Things You Are. Il disco rimane a tutt’oggi un affresco magico di un periodo irripetibile, la sua fama oltre la qualità formidabile della musica crebbe anche grazie alle leggende che lo circondavano, dovute alla straordinarietà di questa unica esibizione. Per Natale invito a regalare musica, e se potete proprio l’edizione del 2004 Complete Jazz At Massey Hall che recupera l’edizione integrale.

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