Jethro Tull - Aqualung (1971)

Una delle più grandi e fondamentali band della musica rock inglese nasce dalle idee di un personaggio mitico e fantasioso, lo scozzese Ian Anderson. Trasferitosi con la famiglia da giovanissimo da Edimburgo a Blackpool, il giovane Anderson inizia a fare mille lavoretti, tra cui l’edicolante. Lì legge ed inizia ad appassionarsi alle storie delle grandi riviste di musica inglese di quel periodo. Inizia da autodidatta ad imparare a suonare, e la leggenda vuole che vedendo un giovanissimo Eric Clapton già divinità della chitarra, siccome ”nessuno potrà essere mai bravo come lui” , diventa un eccellente poli strumentista, in particolare un virtuoso del flauto traverso. Anderson insieme a Glen Cormick inizia a suonare e cantare nei John Evan’s Smash. Dopo pochi concerti, conosce Mick Abrahams e Clive Bunker che provenivano dai McGregor’s Engine di Luton. Nel novembre 1967 formano i Bag Of Blues, ma cambiano il nome poco dopo scegliendo quello di uno dei più grandi agronomi della Storia, l’inglese Jethro Tull (1674-1741), inventore della seminatrice meccanica. Inizia così, partendo dal blues, una prospettiva musicale tra le più fantasiose e stupende del panorama del periodo, frutto della grande abilità dei musicisti, di nuovi innesti all’interno della band e di una forza creativa davvero fuori dal comune, e non va dimenticato il flauto di Anderson, che sul palco presto diventerà famoso per le sue istrioniche e mirabolanti esibizioni, tra teatro, festosi travestimenti e quell’aria da menestrello rinascimentale che non abbandonerà più (tanto che in seguito il logo della band diventerà la sua silhouette su un piede solo che suona il flauto). Il primo singolo è del 1968 ma per un errore di trascrizione esce a nome Jethro Toe. Passano alla nascente Island di Chris Blackwell e pubblicano This Was, uno dei più originali album di blues revival, con omaggio al grande jazzista Roland Kirk a cui Anderson si ispira nelle sue esibizioni flautistiche (Serenade To A Cuckoo), e A Song For Jeffrey diviene il primo classico. Nel 1969 il primo capolavoro: Stand Up prende il nome dalla meravigliosa copertina pop-up dove quattro disegni dei componenti si alzano in piedi aprendo la copertina. Abrahams se ne è andato, sostituito prima per poco tempo da Tony Iommi, futuro Black Sabbath, dopo da Martin Lancelot Barre, uno dei più grandi (e sottovalutati) chitarristi del periodo. Stand Up è portentoso: A New Day Yesterday, We Used To Know, Reasons For Waiting sono meraviglie rock blues spruzzato di progressive, con i famosi tempi ritmici dispari, e l’album passa alla storia anche per la ripresa di Bach di Bouree, imperituro successo di Anderson e del suo flauto. Il successivo Benefit (1970) vede l’ingresso di John Evans alle tastiere, e qui inizia un nuovo percorso per i Jethro Tull che parte con il disco di oggi, uno dei più grandi e belli di tutti i tempi. Aqualung (1971) è il nome di un respiratore pneumatico usato dai subacquei. Dopo una foto fatta dalla moglie di Anderson di un senza tetto, Anderson immagina di raccontare la vita di Aqualung (dal rumore del suo respiro uguale a quello del macchinario) per tracciare un concept album sulla marginalità sociale, le paure urbane e una forte satira politica sulla Chiesa. L’album lungi dall’essere accusatorio o pesante è invece un capolavoro di varietà musicale, suonato e cantato ai massimi livelli, ed è giustamente diventato un successo di critica e pubblico. L’attacco di Aqualung è memorabile e hard rock, poi smorza in una delicata zona acustica, per poi continuare a crescere di ritmo fino al leggendario assolo di Barre alla chitarra elettrica, uno dei più belli e memorabili di tutti i tempi. Con le idee di questa canzone qualcun’altro avrebbe potuto scrivere un disco intero. Ma le meraviglie non sono certo finite: la prostituta Robin Hood che è Cross-Eyed Mary, la meravigliosa triade acustica di Cheap Day Return, Mother Goose e Wond'ring Aloud. La seconda parte inizia con la colossale My God: invettiva contro la contraddizioni sociali della Chiesa Anglicana (the Bloody Church Of England) è una meraviglia giocata sui duetti: chitarra acustica, chitarra acustica e pianoforte, poi chitarra elettrica di Barre e incredibile assolo finale di Anderson al flauto. Altra meraviglia è Hymn 43, la spettacolare Locomotive Breath, incredibile cavalcata rock blues, e la finale, luminosa e magica, Wind Up. La suggestiva trama concettuale, aumentata dalla storia che i caratteri gotici raccontano sulla copertina, non fa che enfatizzare alcune soluzioni musicali micidiali di un disco dal magnetismo arcaico e affascinante, facendolo diventare uno degli album più belli e ispirati di tutti i tempi. La carriera della band continuerà ancora per ben 4 decenni, con risultati alterni, ma in ogni concerto Anderson come un menestrello salta e corre come un forsennato, soffiando magia e passione per la musica nel suo flauto, come un contemporaneo mago di Hamelin.

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