Fotheringay - Fotheringay (1970)

Il folk rock inglese nel suo periodo d’oro (1967-1975) è stato uno dei momenti più creativi, interessanti ed emozionanti della scena musicale europea. Ed è uno dei miei periodi musicali preferiti. La voce femminile regina di tutto il movimento è stata quella di Sandy Denny, personaggio per tempo dimenticato e a cui solo ultimamente sono state riconosciute le indiscusse qualità di una voce portentosa nella storia della musica britannica. Sandy inizia giovanissima in una formazione del cosiddetto neo-tradizionalismo, cioè la ripresa e la rielaborazione di canti e musiche tradizionali inglesi: il debutto è con Alex Campbell, The False Bride è la prima traccia per mettere in luce la sua voce, ancora acerba ma emozionante. Nel 1967 un secondo album, registrato in Danimarca con Johnny Silvio e una partecipazione nel primo disco degli Strawberry Hills Boys, futuri Strawbs. Nel 1968 l’incontro decisivo: i Fairport Convention di Richard Thompson la ingaggiano al posto della incerta Judy Dyble, e in tre sensazionali dischi (nell’ordine What We Did On Our Holidays, Unhalfbricking e Liege And Lief, tutti nell’anno santo 1969) la band segna la via definitiva della elettrificazione della musica folk: gioielli come She Moves Through Fair, Meet On The Ledge, Who Knows Where The Time Goes, la incredibile magia di A Sailor’s Life, la bellezza delle rivisitazioni di musica tradizionale (centrale su questo punto fu l’amicizia tra Ashely Hutchings, il bassista dei Fairport, con due grandi etnomusicologi, Cecil Sharp e Francis Child). La Denny se ne va ad inizio 1970, e il manager e produttore Joe Boyd le crea attorno un gruppo che durerà pochissimo, un solo album, ma che lascerà un segno profondo con questo disco. Fotheringay è il nome del gruppo, scelto da una precedente composizione della Denny, che si riferisce al Fotheringay Castle dove fu imprigionata e morì in carcere Maria Stuarda, regina degli Scozzesi nel XVI secolo. La band era formata da Trevor Lucas, chitarrista australiano e futuro marito della Denny, Jerry Donahue, finissimo chitarrista e una delle sezioni ritmiche migliori dell’intero folk rock britannico, Pat Donaldson al basso e Gerry Conway alla batteria. Fotheringay esce nel giugno 1970 ed è un gioiello di bellezza, grazia e sensazioni: la Denny scrive alcune delle sue cose migliori nelle splendide Nothing More, con delicato intro di piano ed incalzante crescendo e con la stupenda chitarra di Donahue a pennellare, The Sea, la sottile e magnifica The Pond And The Stream. Lucas contribuisce con la iconica The Ballad Of Ned Kelly, dedicata al leggendario bandito australiano di origine irlandese, famoso perchè rapinava le banche con una armatura di ferro di 40 kg per non essere ferito dai proiettili. Altre piccole gemme sono le due cover, una del grandissimo folksinger canadese Gordon Lighfoot, The Way I Feel, l’altra invece è presa da quello scrigno delle meraviglie che furono i Basement Tapes di Dylan (da cui la Denny aveva già attinto durante il periodo Fairport, come non ricordare la versione cajun\francofona di Si Tu Dois Partir, If You Gotta Go, Go Now nella versione originale): la Denny canta magnificamente Too Much Of Nothing, esaltando la sua voce cristallina, magica, un quadro espressionista vocale. Che non può trovare migliore espressione nel gioiello incontestabile del disco, una delle canzoni più straordinarie del folk inglese (e una delle mie preferite): Denny riprende un canto popolare del periodo napoleonico, cantato durante la spedizione inglese contro Napoleone in Egitto, quando l’ammiraglio Nelson divenne Barone del Nilo, dove la giovane Nancy, che accompagna William, suo marito, a Portsmouth per la partenza, non vuole lasciarlo e decide di fingersi un uomo per partire con lui, I’ll march beneath your banner while fortune it do smile\And we’ll comfort one another on the banks of the Nile. Banks Of The Nile nei suoi ipnotici, magici ed emozionanti 8 minuti racchiude la magia e la bravura della Denny, e di tutto il gruppo, in una canzone davvero stupenda. Nonostante il successo di critica e pubblico, Boyd scioglie la band mentre era al lavoro sul secondo album (che uscirà comunque nel 2008 in versione “definitiva”) e la Denny con The North Star Grassman And The Ravens inizia una qualitativamente eccellente carriera solista, che all’inizio la vede sul trampolino di lancio per la consacrazione dopo la partecipazione, unica cantante ad averne mai la possibilità, nel quarto disco dei Led Zeppelin, dove duetta con Robert Plant in quel capolavoro immortale che è The Battle Of Evermore. Morirà tragicamente a soli 31 anni per una banale caduta dalle scalinate della casa materna, dopo 4 giorni di agonia per una emorragia cerebrale. La sua riscoperta è dovuta anche grazie al lavoro retrospettivo che la casa editrice del folk, la Fled’ling, fece ad inizio 2000 con lo spettacolare box set A Boxful Of Treausures, che racchiude tutta la sua carriera, una carriera meravigliosa ma colpevolmente dimenticata.

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