Janis Joplin e Woodstock: l’inizio della fine
Che il Festival di Woodstock sia stata l’apoteosi della cultura rock mondiale non ci sono dubbi. Il Festival, unico e irripetibile, ha radunato 500mila giovani ed è stato il simbolo della cultura hippie. Tra pace, droghe e amore la rivoluzione non-violenta sembrava a portata di mano.
Tra gli artisti che si esibirono l’anima fragile di Janis Joplin: nel 1969 la cantante texana era all’apice del successo, ma quel successo erano un cumulo di sabbie mobili, fatte di alcool e droghe, dal quale non riuscì mai definitivamente a liberarsi.
Dopo la pubblicazione di Cheap Trills del 1968, Janis era una delle voci più famose di quel periodo: l’album ottenne un grande successo ed ottenne la posizione numero uno. Nel 1969 la sua band di supporto cambia: non sono più i Big Brother and the Holding Company, ma i Kosmic Blues, insieme ai quali pubblicherà il singolo omonimo, che farà parte del terzo album I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!
Janis era attesa a Woodstock come uno degli artisti di maggiore rilievo insieme a Jimi Hendrix. Arrivò sull’enorme prato del festival il sabato del 16 agosto tramite un elicottero partito dal motel in cui alloggiava, insieme alla gravida Joan Baez e a sua madre. Non appena arrivò a destinazione, rimase stupita dall’enorme folla del festival.
Nonostante il nervosismo iniziale che la spinse a non rilasciare interviste ai reporter che l’avevano raggiunta (a loro rispose la sua storica amica Peggy Caserta), Janis non vedeva l’ora di suonare sul palco. Ma la sua performance venne ritardata più volte a causa dei ritardi che avevano fatto slittare la performance di molte band.
Così dovette attendere circa dieci ore, prima di potersi avvicinare all’area del backstage: per ingannare il tempo le fecero compagnia alcolici ed eroina. Così al momento di salire sul palco, Janis era completamente fatta.
Salì sul palco intorno alle due del mattino. La sua voce era rauca e ansimante, e malapena si reggeva in piedi. Durante la sua performance comunque ebbe modo di riprendersi e scherzò anche con il pubblico, chiedendo loro se avessero bisogno di qualcosa o se stessero rockeggiando come si doveva.
La folla chiese ed ottenne il bis, così Joplin tornò sul palco per cantare Ball and Chain.
Janis non fu per niente contenta della sua performance arrivando ad incolpare l’amica Peggy Caserta. Che quell’esibizione non fu la migliore di Joplin lo confermò anche Pete Towhshend degli Who, che in quella lunga notte si esibirono poco prima dell’alba. Nella sua autobiografia Who I am la ricorda così: «Fu fantastica a Monterey, ma stanotte non era al meglio, a causa probabilmente della lunga attesa, e anche degli alcolici e dell’eroina che consumò nell’attesa. Ma anche a tarda notte Janis fu incredibile».
Salì sul palco intorno alle due del mattino. La sua voce era rauca e ansimante, e malapena si reggeva in piedi. Durante la sua performance comunque ebbe modo di riprendersi e scherzò anche con il pubblico, chiedendo loro se avessero bisogno di qualcosa o se stessero rockeggiando come si doveva.
La folla chiese ed ottenne il bis, così Joplin tornò sul palco per cantare Ball and Chain.
Janis non fu per niente contenta della sua performance arrivando ad incolpare l’amica Peggy Caserta. Che quell’esibizione non fu la migliore di Joplin lo confermò anche Pete Towhshend degli Who, che in quella lunga notte si esibirono poco prima dell’alba. Nella sua autobiografia Who I am la ricorda così: «Fu fantastica a Monterey, ma stanotte non era al meglio, a causa probabilmente della lunga attesa, e anche degli alcolici e dell’eroina che consumò nell’attesa. Ma anche a tarda notte Janis fu incredibile».
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