Tutto quello che devi sapere sugli Alt-J

Questa è la storia di quattro amici universitari – Gwil Sainsbury (che nel 2014 lascia il gruppo), Joe Newman, Gus Unger-Hamilton e Thom Green – che decidono di mettere insieme la propria passione per la musica.
In genere si sa, i panni sporchi si devono lavare a casa propria, ma in questo caso la lavanderia universitaria non poteva che essere più proficua: è proprio lì che Gus e Joe si sono incontrati per la prima volta.

Corre l’anno 2007, proprio durante il secondo anno di studio, quando Joe mostra a Gwil alcuni suoi brani nati dall’ispirazione del padre chitarrista e non solo, anche dall’aiutino fantasioso di alcuni allucinogeni di cui faceva uso.
Le loro prime registrazioni sono state fatte nella camera da letto dell’ex bassista Gwil Sainsbury utilizzando GarageBand.

Inizialmente il nome della band doveva essere Daljit Dhaliwal, per poi passare a Films e infine a quello che tutti conoscono dopo che una band americana punk chiamata The Films aveva cominciato a creare confusione.

Matilda è stata la prima canzone che hanno registrato in modo professionale, con il produttore Charlie Andrew. Il brano si riferisce all’ultima scena del thriller di cult di Luc Besson Leon dove recita una emergente Natalie Portman ragazzina.



IL TRIANGOLO NO, NON L’AVEVO CONSIDERATO
Il loro nome non è in realtà Alt-J, è Δ – apparentemente può sembrare un triangolo, in realtà si tratta del delta greco, il simbolo che su Mac è il risultato della combinazione dei tasti Alt e J. Nella biografia della band, il chitarrista-bassista Gwil Sainsbury spiega che “in equazioni matematiche è usato per mostrare il cambiamento”.

I membri della band occasionalmente lo usano come un cuore per firmare su post di Facebook (ad esempio “Δ Thom”) ei loro fan a volte fanno il triangolo con le mani ai loro concerti.

UN’INCREDIBILE ONDA GENERATRICE
Il 25 maggio 2012 come un’onda che invade e trascina via arriva il loro album di debutto, An Awesome Wave. La copertina del disco rappresenta un’immagine radar multistrato del delta del fiume Gange, in Bangladesh, ottenuta da un satellite dell’European Space Agency.

Something Good, Intro e Fitzpleasure potrebbe suonarvi familiari perché gli strumentali di quelle tracce sono stati tutti utilizzati come musica incidentale sulla BBC 2.

Si tratta di un album rivolto al futuro: tiene conto delle influenze e le rielabora, senza però mai riuscire a pieno ad inserirsi in un genere esistente ben preciso, dai cori e le armonie folkish alla componente elettronica.

È necessario perdersi tra le musiche di Breezebloks, primo singolo dell’album e Fitzpleasure.





Il loro video di Tessellate è un omaggio a Raffaello (non la tartaruga, ma il nostro beniamino pittore). Diretto da Alex Southern, il video riprende il capolavoro di Raffaello del 1510 La scuola di Atene in un edificio urbano o come afferma la descrizione del video ufficiale, un “paradiso ganster”.



Inoltre, il gruppo ha ottenuto un’enorme spinta pubblicitaria enorme quando i Mumford & Sons hanno fatto la cover di questa canzone. “Dovremmo restituire il favore”, aveva scherzato ai tempi Joe.

Meno eccitante è la cover di Ellie Goulding.



Ma gli apprezzamenti non finiscono qui. Il frontman dei My Morning Jacket, Jim James, ha pubblicato un remix di Fitzpleasure. Per noi Italiani non è disponibile, ma se vi trovate in un altro paese potete ascoltarla qui sotto:

Anche Miley Cyrus ha usato questo brano nell’interludio di un video durante il suo tour di Bangerz.

Sempre parlando di “vips”, gli Alt-J sono stati invitati a suonare un concerto presso la casa della star di Breaking Bad, Aaron Paul. Non potevano farlo, ma lo incontrano al Lollapalooza del 2013, scattando foto dietro le quinte con Jesse Pinkman stesso.

TUTTO QUESTO È TUO
No non è il remake della favola del Re Leone, quando Mufasa mostra il regno a Simba.Si tratta del secondo album della band inglese, This Is All Yours, uscito il 22 settembre 2014, esattamente due anni dopo.

Il disco è stato anticipato dal primo singolo Hunger of the Pine, e dal secondo, Left Hand Free.

Hunger of The Pine, inoltre, contiene un campionamento con la voce di Miley Cyrus. Riguardo a ciò, Gus ha sottolineato: “A noi piace quello che fa. Stavo realizzando un remix di un suo brano, 4×4, e nel frattempo con il chitarrista, Joe Newman, stavamo provando la struttura di quello che sarebbe diventato il singolo del nuovo disco. Ci accorgemmo subito che quel remix ci aveva influenzato inconsciamente a tal punto da non distinguere più il nostro brano da quello che avevo prodotto per Miley. Allora ci siamo chiesti: perché non utilizzare il campionamento? Lei, tra l’altro, è una nostra fan e ha utilizzato il nostro Fitzpleasure nel suo Bangerz live tour”.





Già dopo il primo album e dopo l’uscita di quest’ultimo, gli Alt-J sono stati sempre di più affiancati ai Radiohead. In vista di ciò, Thom Green, il batterista, ha ribadito: “Capisco perfettamente perché ci siano tante aspettative e ci paragonino ai Radiohead. Per quanto mi riguarda, loro sono perfetti e io li adoro. Ma non vogliamo che la gente ci etichetti in questo modo perché, lo dico con tutta l’umiltà di cui dispongo, abbiamo una nostra identità genuina, un nostro sound ben identificabile e tanta personalità”.

This is All Yours mostra la maturità da parte del trio come musicisti e una maggiore attenzione al suono. Si differenzia dall’album di debutto per le sonorità più elettriche e meno elettroniche, dove la band si trova alle prese con nuovi mondi e nuove possibilità da esplorare.

The Gospel of John Hurt è ispirata dal film culto Alien di Ridley Scott. “Ha a che fare con la scena in cui una mostruosa creatura fuoriesce dal suo torace uccidendolo, per poi fuggire via per l’astronave. È un potente metafora a cui ognuno può dare il significato che vuole. Tra l’altro, si racconta, che gli altri attori che stavano vicino a Hurt durante le riprese non sapevano di quell’effetto speciale e rimasero tutti stupiti quando poi lo videro”.



Durante il tour di questo disco, il gruppo inglese ha toccato il suolo italiano: precisamente il 14 febbraio del 2015 si sono esibiti al Mediolanum Forum di Assago, Milano. Un San Valentino all’insegna della buona musica.



RELAX, TAKE IT EASY!
Relaxer è il terzo album in studio pubblicato il 2 giugno scorso dalla band, reduce dal Mercury Prize e una nomination ai Grammy. E non a caso è stata scelta una location non per niente scontata e casuale: gli Abbey Road Studios di Londra. Inoltre è stata chiamata per 5 brani la London Metropolitan Orchestra, portando così dei cambiamenti nel sound.

Per il lancio del disco, hanno addirittura creato un loro videogioco che potete trovare sul loro sito ufficiale.

Tra i brani è presente una cover, o meglio come ha spiegato Gus di una rivisitazione folk, di House of the Rising Sun degli Animals. In un’intervista Gus ha sottolineato: “Abbiamo preso la versione di Woody Guthrie come punto di partenza ma poi abbiamo cambiato il centro della narrazione: non è più qualcuno che racconta di sé, ma è la storia del padre di qualcuno. I temi sono quelli di House of the Rising Sun: c’è il peccato, la disperazione, una vita sbagliata, ma poi abbiamo voluto inserire il nostro ritornello e abbiamo scritto la seconda strofa. Possiamo dire che è quasi un caso se è una cover perché nell’essenza abbiamo messo molto del nostro”.



In Hit Me Like That Snare, quarta traccia, nasce dalle imprecazioni di Joe che, mentre stava guidando in autostrada, aveva beccato una mega pozzanghera, e pensando di perdere il controllo della macchina, aveva gridato ”Fuck my life in half!“, utilizzato poi come verso.



In Cold Blood segna un ritorno al passato: nel post Facebook in presentazione di questo secondo singolo, la band ha raccontato: “È una canzone che abbiamo cominciato a scrivere nel periodo in cui eravamo a Leeds, e che abbiamo finito a Londra l’anno scorso. Gli ottoni sono stati registrati ad Abbey Road, le tastiere con una Casiotone da £1.05 presa su eBay”.



Da non tralasciare anche i brani 3WW, Dreadcrush e Pleader.



Gli Alt-J possono vantare dei fan non del tutto convenzionali: infatti, sono stati inseriti in una playlist di 10 canzoni che il premier David Cameron ha presentato a una selezione di capi di stato e di leader mondiali tra cui Barack Obama, Angela Merkel e Vladimir Putin; inoltre anche i Paramore hanno affermato che si sono ispirati a loro.

Il trio inglese dall’aspetto, figlio dell’hipsteria e del panorama elettro-indie, ha saputo fin da subito farsi notare e saper far innamorare i propri fan a un sound originale che, andando avanti con gli anni e gli album, è maturato mantenendo la propria identità.

di Stefania Fausto -  Fonte originale dell'articolo

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