Sei grandi canzoni dei Jethro Tull
Bourée
(Stand up, 1969)
Fa un po’ ridere, a sentirla ora, ma è una melodia memorabile. Era Bach, e loro ne fecero questo divertissement con divagazioni che passano dal progressive rock al quasi jazz.
Aqualung
(Aqualung, 1971)
“Tata-tata-ta… ttà!”. Sei minuti e mezzo, il loro pezzo più celebre. L’idea della canzone e del disco venne dalla foto di un barbone scattata da Jennie, la moglie di Ian Anderson, il quale voleva spiegare il casino di sentimenti di colpa, rimozione, paura e anche ammirazione, che lo avvolge alla vista di un senza tetto. Alla fine, però, l’immagine sulla copertina del disco che dovrebbe ritrarre il personaggio di Aqualung somiglia soprattutto ad Anderson stesso.
Wond’ring aloud
(Aqualung, 1971)
Poi sapevano fare anche delle canzoni normali, tranquille, voce e chitarra, e un po’ di pianoforte. Però dopo arriva qualche arco in sottofondo, e allora uno comincia a preoccuparsi, ma prima che sia troppo tardi la canzone finisce, neanche due minuti. Chissà cosa avevano, quel giorno lì. Bella, bravi.
Living in the past
(Living in the past, 1972)
L’inizio è fantastico, pare la colonna sonora di un cinegiornale sulla dolce vita a via Veneto. Poi diventa più eccitato, e prende in giro i pretesi rivoluzionari dell’epoca e i tempi fricchettoni su cui Anderson ha sempre avuto da ridire. Un giorgiobocchista ante litteram, innamorato dei bei vecchi tempi andati e sdegnato dall’abuso di droghe nelle band coeve.
Life is a long song
(Living in the past, 1972)
La vita è una lunga canzone, sta’ allegro, non ti preoccupare, che tutto va bene, trallalero, la vita è una lunga canzone e guarda che la vita è una lunga canzone e che bello che bello che bello…
“Ma finisce troppo presto per tutti”. E allora vaffanculo.
Thick as a brick
(Thick as a brick, 1972)
Nel disco era una canzone sola, spartita sui due lati in parte uno e parte due, per un totale di quarantaquattro minuti. Ne fecero un singolo di sei minuti tagliandone un pezzo, e venne fuori una cosa piuttosto discontinua ma molto Jethro Tull. Il titolo, comunque sta per “duro di comprendonio”, ma è più efficace letteralmente: “scemo come un mattone”.
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