Elvis Costello & The Imposters – Look Now (2018)
Era il Giugno del 1986 quando Elvis Costello, recandosi al soundchek per le riprese del live al club londinese Ronnie Scott, in cui si sarebbe esibito quella stessa sera insieme a Chet Baker, Michel Graillier e Riccardo Del Fra, incontrò Van Morrison il quale surrealisticamente gli chiese se potesse partecipare alle prove. Morrison accettò cantando “Send In The Clowns”, con scarso apprezzamento da parte del trombettista statunitense che invece, già da tempo, si trovava in perfetta sintonia con lo stile di Costello. Chet Baker perse la vita in circostanze mai del tutto chiarite, il 13 Maggio di due anni dopo, mentre Patrick MacManus (vero nome del cantautore londinese) continuò la sua ascesa, tanto in solitaria quanto con i suoi innumerevoli progetti collaterali, diventando uno degli artisti più influenti del panorama mondiale post eighties.
Look Now, registrato tra Hollywood, NYC e Vancouver, arriva a cinque anni di distanza dal progetto collaborativo Wise Up Ghost ed è stato coprodotto dallo stesso musicista insieme a Sebastian Krys. Malgrado le notizie che lo vedevano costretto a interrompere la tournée a causa di un tumore abbastanza aggressivo, “Look Now” non ha forma testamentaria e non riporta una modalità di scrittura lirica e armonica condizionata dal terrore; al contrario, l’album raccoglie materiale dinamico, con uno stile imperniato sul classicismo pop anni ‘60, e un lirismo perspicace e determinato.
In apertura Under Lime, con un titolo che allude a guarnizioni per cocktail e pratiche di sepoltura, ha l’andamento tipicamente beatlesiano di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, quasi a rendere un omaggio profetico a Geoff Emerick, ingegnere del suono dei Fab Four e produttore di Costello per “Imperial Bedroom And All This Useless Beauty”, venuto a mancare lo scorso 2 Ottobre.
La fama di Costello come uno dei parolieri più perspicaci della musica contemporanea non risulta minimamente scalfita dagli anni, dalla malattia o dal successo e si concentra principalmente su bozzetti che ruotano attorno a personaggi femminili, dalla difficoltà di una moglie ad affrontare un matrimonio fallimentare (Stripping Paper), ai pensieri di una figlia su un padre impostore (Photographs Can Lie), all’universo di un’adolescente in bilico tra audacia e pudore (Unwanted Number).
Ad eccezione di Burnt Sugar Is So Bitter, risalente a una collaborazione con Carol King di più di venticinque anni fa e Don’t Look Now, Photographs Can Lie e He’s Given Me Things che sugellano il ventesimo anniversario della sua collaborazione con Burt Bacharach da “Painted From Memory”, l’album, opulento e poetico è interamente frutto dell’elegante ingegno dell’ex ragazzo arrabbiato del quartiere di Paddington.
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