Banco Del Mutuo Soccorso - Banco Del Mutuo Soccorso (1972)

La storia di uno dei gruppi più grandi del progressive, non solo italiano ma tout court, la leggenda vuole che nasca da una bugia: Vittorio Nocenzi ebbe nel 1969, grazie a Gabriella Ferri, la possibilità di un provino per la RCA, che però in quel periodo era più propensa a lanciare gruppi e non solisti. Così Nocenzi si vantò di essere leader di una non precisata band, che la RCA voleva sentire nelle settimane successive. Si narra che contattò amici e parenti per formare questa band, e chiamò il gruppo Banco Del Mutuo Soccorso, ispirandosi alle forma di mutua assistenza che i contadini, prima della nascita della previdenza sociale, creavano per aiutarsi nella vecchiaia. 
Il primo nucleo è composto da Vittorio Nocenzi alle tastiere, con il fratello Gianni al pianoforte, Franco Coletta alla chitarra, Fabrizio Falco al basso e Mario Achilli alla batteria. Gli esordi sono per lo più ispirati al beat rock imperante all’epoca, le prime canzoni comparvero in una compilation solo su musicassetta, Sound’ 70, ricercatissima dai collezionisti. La scena musicale romana del tempo è molto frizzante, e ben presto la formazione subisce dei cambi. Se ne vanno Coletta e Achilli, entrano Claudio Falco e Franco Pontecorvi. le registrazioni con questa formazione si crederanno perdute, ma nel 1989 verranno pubblicati, a distanza di 20 anni, in un album dal titolo Donna Plautilla. 
Nel 1971 la svolta: al Festival Pop di Caracalla, i fratelli Nocenzi incontrano Marcello Todaro, chitarrista dei Fiori Di Campo e tre musicisti degli Esperienze: Renato D’Angelo, bassista, il batterista Pierluigi Calderoni ma soprattutto Francesco Di Giacomo, un omone dalla presenza gigantesca, con alcune esperienze nel cinema (persino un cameo nel Satyricon felliniano), ma soprattutto una delle voci più belle e particolari di quel periodo musicale. La nuova formazione rinnova anche la musica: la lezione del progressive viene sviluppata attraverso lunghe composizioni che si rifanno alla musica classica, passione dei Nocenzi, ad atmosfere rinascimentali e medioevali, all’introduzione di strumenti come il clavicembalo. 
Nasce il progressive mediterraneo. e alla prima prova, la band non delude. Banco del Mutuo Soccorso, del 1972 a firma Ricordi, è uno degli album più belli del decennio. Si parte già dalla copertina: un salvadanaio dalla cui fessura sull’Lp, si potevano sfilare le fotografie del gruppo (opera di Mimmo Melillo). E poi la musica: l’intro In Volo evoca l'episodio ariostesco di Astolfo sulla luna, accompagnato da uno scudiero che pronuncia le celebri parole “Da qui messere si domina la valle”. Poi uno dei grandi capolavori, R.I.P, dove ad una musica che dal rock classico passa a momenti di sola voce e pianoforte, emerge prorompente la voce portentosa di Di Giacomo e soprattutto la sua furia dei testi. Metamorfosi è una piccola suite tutta strumentale, Passaggio è un interludio per clavicembalo di Nocenzi che introduce alla storica e magnifica Il giardino del mago: i 18 minuti divisi in 4 stanze raccontano la storia di un uomo che fugge dal mondo per rifugiarsi e poi rimanere intrappolato nel giardino di un mago, dove le leggi non esistono più. Termina il disco la strumentale Traccia. 
Nello stesso anno Il banco sforna anche un altro disco culto: Darwin! è il concept dedicato all’evoluzione, in senso fieramente laico. Nel 1973, esce Todaro, entra Rodolfo Maltese, e la band pubblica Io Sono Nato Libero, altro disco stupendo che li fa conoscere in tutta Europa, tanto che la Manticore, etichetta di Emerson, Lake e Palmer li scrittura per il successivo Banco (1975) e poi con Come In Un’Ultima Cena (1976), la cui versione inglese, As In The Last Supper, vede i testi tradotti da Angelo Branduardi. 
La vita della band vivrà un periodo di appannamento con la fine della forza propulsiva del movimento progressive, ma avrà una scossa ad inizio anni ‘80 quando con una virata netta verso un rock più essenziale danno alle stampe Urgentissimo (1980), il loro più grande successo commerciale, trascinato dal famoso singolo Paolo Pà. La band rimarrà fortissima e seguitissima nelle centinaia di concerti per gli oltre venti anni successivi, nonostante per quasi tutti gli anni ‘90 decideranno di non pubblicare più nulla. 
Nel 2014 in un incidente stradale vicino Zagarolo muore Francesco Di Giacomo, lasciando commossia più di una generazione affascinata da quella voce, punta di diamante di uno dei gruppi la cui offerta sonora era, nel panorama europeo, tra le più sbalorditive.

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