Bob Dylan, Guida per principianti
Probabilmente Bob Dylan è il più grande cantautore americano di tutti i tempi. A lui, ad esempio, si deve l’invenzione del folk-rock. La bellezza delle sue composizioni e dei suoi bellissimi testi hanno influenzato molti degli artisti successivi, di tutti i paesi, e sono diventate parte integrante della cultura musicale globale.
Per questo, e per tutti coloro che non hanno mai avuto occasione di approfondire l’ascolto di questo grande artista, abbiamo deciso di realizzare una piccola guida alla sua vita e alla sua musica.
La vita
Bob Dylan, il cui vero nome è Robert Allen Zimmerman, nasce a Duluth, Minnesota, nel 1941. I suoi nonni erano emigrati dall’Ucraina negli Stati Uniti nel 1905, in seguito ai pogrom antisemiti. Quando Dylan compie sette anni, la famiglia si sposta nella vicina cittadina di Hibbing, dove l’artista cresce frequentando la ristretta comunità ebraica e gli amici d’infanzia.
Il piccolo Robert passa l’infanzia e l’adolescenza ascoltando la radio, grande passione della madre. In particolare era un accanito fan delle stazioni che trasmettevano musica blues, country e rock’n’roll.
Durante le superiori decide di dedicarsi seriamente alla sua passione, la musica, e mette su una serie di band insieme ad alcuni amici. Band con cui riscuote un certo successo durante le esibizioni live tenute a scuola e durante gli eventi della sua città.
Finito il liceo decide di iscriversi all’Università del Minnesota, ed è proprio in questo periodo che si appassiona alla musica folk. Dopo aver ascoltato un brano di Odetta in un negozio di dischi, decide di vendere la sua chitarra elettrica e l’amplificatore per comprarsi una chitarra acustica.
La nuova passione per questo genere musicale lo spinge a frequentare i locali vicini al campus in cui suonavano artisti folk, e in cui presto comincia ad esibirsi anche lui. Ed è in questo periodo che comincia a farsi chiamare Bob Dylan.
Nel 1961, dopo aver abbandonato il college e lavorato nel circuito folk, si trasferisce a New York per suonare. Si esibisce in vari club e comincia a far sentire il suo repertorio anche a livello radiofonico. In questo periodo conosce il suo idolo Woody Guthrie, ed entra in contatto con molti altri artisti che avranno un ruolo importante nell’inizio della sua carriera. Fra questi c’è John Hammond, talent scout della Columbia, che dopo averlo ascoltato decide di fargli firmare il suo primo contratto.
Nel 1962 pubblica il suo primo album, Bob Dylan, ed è l’inizio di una carriera strepitosa che dura ormai da più di cinquant’anni e che gli ha permesso di registrare 36 album in studio, di cui l’ultimo, Shadows in the Night, è uscito lo scorso febbraio. Grazie ai suoi successi e alle sua canzoni immortali, inoltre, Dylan ha ottenuto un Grammy alla carriera, un premio Oscar per la colonna sonora di Wonder Boys, il Polar Music Prize, e il Premio Pulitzer nel 2008.
Ascolto
Nel corso della sua lunghissima carriera, la musica di Dylan ha subito diverse variazioni. Spaziando dal country, al rock’n’roll, al blues fino al jazz.
Fin dall’inizio e dal primo album, il tratto distintivo sono i testi di Dylan, che affrontano temi filosofici e politici e si legano alla controcultura. Molti dei suoi primi lavori sono stati riarrangiati da altri artisti, che hanno realizzato cover storiche.
Nel 1965, però, lo stile di Dylan subisce una decisiva svolta. È la prima volta che le ballate politiche e di protesta di Dylan vengono accompagnate da strumenti elettrici. E in generale il suo tono peculiare subisce l’influenza di alcuni artisti, fra cui, ad esempio, Chuck Berry. Influenza che è riscontrabile nel suo quinto album Bringing It All Back Home.
Per questo Dylan viene molto criticato dai fan più accaniti del folk, che cominciano a trovarlo un po’ troppo pop. Comunque sia, i suoi dischi e i tour continuano ad ottenere un grande successo.
Nel 1975 Dylan, dopo 12 anni, torna a comporre una grande canzone di protesta: Hurricane, contenuta nell’album Desire del 1976. Ispirata alla storia del pugile Rubin “Hurricane” Carter, finito in carcere per triplice omicidio.
Da qui in poi, l’astro di Dylan non è più scalfito da accuse di eccessiva leggerezza, e i suoi testi sono ricordati come alcuni fra i più belli mai realizzati da un cantautore americano.
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