Neil Young - On the Beach (1974)
Dopo il successo planetario di After the Gold Rush e Harvest, Neil Young crolla in una profonda crisi umana a seguito della perdita per overdose degli amici Danny Whitten e Bruce Berry. I tre dischi seguenti ci consegnano il ritratto di un artista in preda alle proprie angosce: in On The Beach il senso di colpa e la sofferenza personale si trasformano in una più ampia disamina sociale e politica sulla decadenza degli anni 70 e sulla dolorosa presa d'atto che i sogni e le utopie dell'adolescenza si sono dimostrate solo delle illusioni. I giovani figli dei fiori che sognavano con le droghe lisergiche sono diventati ora dei junkies eroinomani, il mito di una società migliore viene annegato nella cinica politica di Nixon, nello scandalo Watergate, nel terrorismo e nella crisi petrolifera. Frutto di sessioni di registrazioni improvvisate in un clima convulso e sotto l'effetto delle micidiali honey slides, ovvero frittelle di mariujana e miele che tenevano giù il tono della voce rilassando la mente e il corpo, le 8 tracce di On The Beach ci catapultano in blues visionario e malinconico in grado di rappresentare al meglio i tempi in cui la società americana viveva. Su tutte l'apocalittica Revolution Blues che rimanda alle livide vicende della family di Manson, manifesto delle disillusioni della controcultura sixties e la conclusiva folkie Ambulance Blues, una delle vette compositive della poetica di Neil Young in cui l'artista canta l'inequivocabile frase "state solo pisciando contro vento" rivolta ai vecchi compagni della 'summer of love', che continuano a salire su un palco pur non avendo più nulla da dire, incapaci di comprendere la svolta dei tempi. (Mia valutazione: Ottimo)
(Gianluca Serra)
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