Patti Smith, guida per principianti
Patti Smith ha rivoluzionato la figura della donna nel rock, e non solo. È cantante, poetessa e una delle icone più carismatiche degli ultimi anni, visto anche il suo grande impegno nelle questioni politiche. La sua arte può essere riassunta nelle sue stesse parole: “Ho sempre voluto comunicare qualcosa. Sono americana e amo i principi su cui si fonda il mio paese. Abbiamo la libertà, ma per questo sento di avere una grande responsabilità verso il resto del mondo.”
Patti, cresciuta negli anni settanta, è stata una delle protagoniste della rivoluzione culturale, ha avuto una vita turbolenta di cui ancora porta addosso i segni. Come molti musicisti di quegli anni, come ad esempio Jim Morrison, Lou Reed e Bob Dylan, la cantante di Chicago si avvicina alla musica passando prima per la poesia. Recita le sue composizioni in qualche reading di New York. Si fa accompagnare da musicisti. Entra a far parte del giro di Andy Warhol e Sam Shepard. John Cale ascolta la sua voce e decide di pubblicarle la sua prima opera, si chiama Horses ed uno degli album più belli del rock.
È un’opera originalissima. Patty canta e recita le sue poesie in una forma libera. La sua voce è matura e potente. Il disco è intenso e sarà un modello per molti cantanti che verrano dopo, come ad esempio Michael Stipe dei Rem. “Horses”, la canzone che dà il nome all’album, è una cavalcata da brividi di 9 minuti, in cui la musica e la voce si inseguono.
L’attitudine di Patti Smith è quella di una vera punk. Il suo sound è elettrico e crudo. È il marchio di fabbrica anche per la sua seconda opera, Radio Ethiopia, perfetta nella combinazione di un’anima punk e una più cupa. L’ispirazione per il secondo album gli viene dal poeta Arthur Rimbaud, “il primo punk della storia”, secondo Patti Smith.
Le sue uscite vengono accolte con passione da un pubblico sempre più vasto che vede nella cantante di Chicago una “sacerdotessa del rock”. Anche la critica si accorge della bravura e l’originalità di Patti. Il terzo album Easter, del 1978, viene anticipato dal singolo “Because the Night“, scritto insieme a Bruce Springsteen. La canzone la renderà immortale e conosciuta a livello mondiale, ma sarà col tempo “rinnegata” da Patti che la sentirà troppo commerciale. In realtà nonostante la sua orecchiabilità mantiene un testo poetico e un’anima rock.
Gli anni settanta sono quelli più fortunati sia dal punto di vista del successo che dell’ispirazione. Dopo aver inanellato una serie di pietre miliari deve rallentare il passo, incidendo album di ottimo livello, ma che non mantengono completamente le promesse. Wave del 1979 vede al suo interno canzoni bellissime come “Frederick” dedicata al suo amatissimo marito.
I suoi fan l’hanno seguita e continuano a farlo ancora oggi in tutte le sue esperienze, i suoi cambiamenti, nelle scelte di un’artista maledetta che non ha mai avuto pace e né mai l’avrà. Per lei il rock è “una forma di comunicazione delle anime”, per questo la sua sacerdotessa, tra i suoi tanti pezzi straordinari, ci ha voluto lasciare un messaggio molto chiaro.
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