Chet Baker, Guida per principianti

Intimista, seduttore, malinconico.
Se dovessimo descrivere con tre aggettivi Chet Baker lo delineeremmo così.
Genio e sregolatezza, il trombettista fu (come Miles Davis) tra i più conosciuti della musica jazz, in particolar modo del filone “cool jazz” -più fresco e rilassato- tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50.

Chi era

Figlio di chitarrista, nacque nel 1926 nello stato americano dell’Oklahoma. Si avvicinò alla musica in tenera età frequentando i cori della chiesa. Approcciò ad uno strumento musicale quando il padre gli regalò un trombone, ma era di dimensioni enormi per il piccolo Chet, si optò a quel punto per una tromba dalla quale non si staccò fino alla fine dei suoi giorni.

Carriera

Entrò a far parte delle fila di Gerry Mulligan, tra il 1952 e il 1954, nella formazione del pianoless quartet in cui venne a crearsi un’affinità di dialogo tra sax baritono (Mulligan) e tromba (Baker), ma ben presto i litigi spezzarono il legame: Mulligan si sentiva oscurato dalla personalità incisiva del trombettista e l’avventura si concluse, anche a causa dei problemi di droga di Mulligan stesso.
Baker si dedicò alla carriera da solista e mise in piedi una band di cui era frontman cominciando anche a cantare. La sua voce soffiata e d’atmosfera ebbe ben presto successo. In passato, collaborò anche con due grandi della corrente del bepop, Charlie Parker e Dizzy Gillespie.
Frequentò l’Europa e anche l’Italia collaborando con artisti di casa nostra come Franco Cerri e Renato Sellani.

Ascolto

Tra i brani più conosciuti di Chet Baker compare Almost blue in cui è possibile assaporare suono morbido della sua tromba senza vibrato.

My Funny Valentine, brano inciso con la formazione di Mulligan, resta il brano più completo per eccellenza in cui ascoltare il timbro vocale soft di Baker assaporando le sue melodie più intime.

Anche But not for me è un simpatico ascolto della voce jazz bianca di Baker.

Tra gli album che racchiudono l’essenza musicale del trombettista da ascoltare per conoscere le basi del genio musicale sono: Let’s Get Lost – The Best Of Chet Baker Sings uscito nel 1989 che contiene il meglio delle sue produzioni musicali; o ancora Chet Is Back! del 1962, disco pubblicato dopo l’uscita dal carcere; e Chet Baker in Tokyo del 1987, lavoro pubblicato un anno prima di morire.

Per conoscere la vita di Chet Baker in immagini, ti consiglio di vedere Let’s get lost è il film documentario di Bruce Weber uscito nel 1988, anno della morte di Baker. Il regista ebbe la fortuna di riprendere le ultime imprese del mito prima che lasciasse questo mondo e il film riscosse grande successo.

Problemi con la droga e la morte

Durante il corso della sua vita Chet Baker fu dipendente dall’eroina che gli costrinse l’esistenza alternando alti da personalità geniale, e bassi da sregolatezza e perdizione. Per droga fu anche detenuto nel carcere di Lucca, in Italia, dove ci rimase un anno. Si racconta che durante quei dodici mesi, l’astinenza dalla musica stesse uccidendo il suo animo tanto che, dopo un raduno di qualche fan sotto la cella della prigione, Baker chiese di suonare la sua tromba. Gli fu concessa la possibilità di farlo per 5 minuti due volte al giorno.
Nel 1966 il trombettista perse i denti anteriori che gli furono estratti per una motivazione ancora non precisa. Il motivo ufficiale raccontato dal musicista stesso fu quello di una scontro fisico avvenuto durante una rapina. Ma si racconta anche che i denti gli furono estratti per via di complicazioni derivanti dall’eroina. Sta di fatto che Baker dovette utilizzare la dentiera e riabituarsi a suonare in modo diverso. Fu un colpo per lui. Nel 1988 morì lanciandosi da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Non è ben chiaro se si sia suicidato o sia stato ucciso: anche la sua morte resta un mistero.

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