Lynyrd Skynyrd - One More From the Road (1976)

Nell'epoca per eccellenza dell'epica rock dal vivo, questo disco rappresenta l'altra faccia della musica sudista rispetto all'altrettanto fondamentale At Fillmore East dell'Allman Brothers Band. Non a caso entrambi i dischi hanno beneficiato di una sacrosanta edizione deluxe, dove i concerti originali sono stati ampliati con una scaletta inedita. Tanto è cosmico, jammato e bluesy il disco dell'Allman, quanto suona serrato, furioso, eccitato questo One More from the Road (titolo che gioca in realtà con l'errore fra le preposizioni from e for, a sancire il sacrificio della band e dei musicisti per il clichè del rock'n'roll). I Lynyrd Skynyrd lo registrano nel corso di tre bollenti serate di inizio luglio 1976 al Fox theatre di Atlanta, Georgia: con un pubblico a favore il gruppo gioca in scioltezza e consacra soprattutto il repertorio dei primi tre album, quelli che li hanno imposti come la voce più rozza, autentica del rock sudista. Fa male ancora una volta constatare come il sogno si spezzerà ad un solo anno di distanza dalla pubblicazione di One More from the Road, in quel maledetto incidente aereo. Qui tutto è perfetto e i Lynyrd sono al picco della loro potenza sonora, con lo spiegamento di tre chitarre soliste: per cominciare la chilometrica, leggendaria versione di Free Bird, quindi le rocciose Searching e Gimme back my Bullets, l'immancabile Sweet Home Alabama proposta in due versioni, ma anche le riletture del traditional T For Texas di Jimmie Rodgers e del classico Crossroads di Robert Johnson, che mostra quanto la band fosse debitrice dell'esperienza del british blues. (Mia valutazione:  Buono)
(Davide Albini)

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