Frank Zappa, guida per principianti

“Nella vita sii regolare e metodico, così potrai essere originale e sfrenato nella tua opera”. Niente meglio di questa citazione dello scrittore francese Gustave Flaubert racconta chi è stato e come ha lavorato Frank Zappa. Morto a Los Angeles nel 1993, a soli 52 anni, Zappa non ha mai smesso di creare musica, pubblicando 60 album in vita.

Ha suonato di tutto, dal rock al jazz, dalla musica classica al progressive; senza mai perdere per un momento il suo sguardo acuto e dissacrante sull’attualità. Chitarrista impeccabile e musicista geniale è stato fonte di ispirazione continua per molti artisti, restando a tutti gli effetti inimitabile.

Una guida introduttiva di Zappa è impossibile. Nella sua lunghissima discografia, accanto alle sue opere più immediate, ce ne sono alcune che necessitano di un ascolto più attento come si conviene a un compositore classico.

Per tracciare a grandi linee il suo genio, senza appesantire ascolto e lettura, crediamo allora sia più utile restringere il campo e ascoltare poche tracce, sostituendo l’approccio cronologico, con uno tematico.

Freak Out!

È il suo album d’esordio del 1966, “apparentemente classico“. Accanto un suono rock e progressive, più leggero rispetto a quello dei successivi, si possono ascoltare però rumori disseminati qua e là, frutto di una sua cultura musicale estramente variegata.



Zappa prima che un artista è sicuramente un ascoltatore attento, facendo sua la lezione di musicisti classici avanguardisti come Stravinskij e Stockhausen.



A sorprendere sono soprattutto i testi. Il suo bersaglio preferito è la società perbenista americana. Le canzoni, definite dallo stesso Zappa “stupide” (non per il contenuto ma per la loro diversità), se la prendono con tutto e tutti: un esempio è questo pezzo in cui Zappa scherza su un motivetto che sembra scimmiottare i balli di fine anno al liceo.



Absolutely Free

Il primo periodo della sua discografia è sicuramente quello più esplosivo e interessante. L’anno dopo Freak Out! Zappa continua a sconvolgere il pubblico americano con un altro album: Absolutely Free. Alla lunga lista dell’anarchico Zappa si aggiunge il tema della guerra, Nixon e il Vietnam.



Anche nei suoi momenti cabarettistici, Zappa mette in mostra una tecnica musicale incredibile, colorando i suoi pezzi con lunghi assoli di chitarra elettrica.



Hot Rats

Non siamo ancora arrivati agli anni ’70 e Zappa ha già sfornato 9 album. Questo Hot Rats si apre con una delle vette più alte di un’intera carriera: “Peaches en Regalia“, una suite musicale, arrangiata e orchestrata perfettamente, nella quale si intrecciano fiati, tastiere, chitarre e percussioni. In questo live ad omaggiarlo ci sono alcuni dei suoi compagni storici, tra cui il chitarrista Steve Vai.



I musicisti che hanno collaborato con Zappa sono stati tantissimi, e non possiamo non ricordare Captain Beefheart, che in questo album canta anche uno dei pezzi più fortunati della discografia di Zappa, “Willie The Pimp”.



The Grand Wazoo

Quindicesimo disco di Zappa, pubblicato nel 1972, è il capolavoro The Grand Wazoo. Il musicista italo americano è costretto su una sedia a rotelle per riprendersi da un infortunio subito durante un live. Un suo “fan” lo aveva scaraventato giù dal palco. Ma Zappa non si ferma mai e sforna un concept album assurdo e geniale. Si tratta di un album quasi interamente strumentale, che narra musicalmente la storia leggendaria e bizzarra di un imperatore funky che alla guida di un esercito di strumenti musicali si batte contro le truppe della “mediocrità musicale”. È un’allegoria del mondo dello show business che riassume in 37 minuti chi è stato e cosa ha provato a dirci, per tutto il poco tempo che ha avuto a disposizione, uno dei più grandi artisti del secolo passato.



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