Black Flag - Damaged (1981)

La «bandiera nera» dietro alla quale si schierano i Black Flag riprende il nome di un noto insetticida americano, ma è anche un omaggio obliquo ai Black Sabbath. Raymond Pettibon, che dall'invenzione del logo della band, fondata da suo fratello Greg, parte per una lunga e fortunata attività nel mondo dell'avanguardia artistica, dice che «se la bandiera bianca simboleggia resa, quella nera vuol dire anarchia». Anarchia musicale, prima e piú di ogni altra: il suono — soprattutto all'inizio della storia della band — è esattamente quello che verrà chiamato punk hardcore, cioè chitarre distorte e atonali al massimo del volume, piú liriche urlate e ritmiche senza tregua, Una versione accelerata e arrabbiata del punk, un punk a cui sono stati somministrati gli estrogeni della società americana, nel loro caso bianca e middle class. L'epicentro del terremoto è la California del Sud, da dove in effetti vengono i Black Flag, che però decollano veramente solo quando incontrano sulla loro strada Henry Rollins, proveniente dalla costa Est: all'improvviso, senza preparazione, lui passa dalla platea al palcoscenico, a torso nudo, a urlare a squarciagola testi che grondano insoddisfazione, disprezzo, alienazione. «Quando l'abbiamo visto cantare, abbiamo capito che non ci sarebbe stato molto spazio per l'ironia, nel futuro della band», dicono gli altri. E lui: «I Black Flag dal vivo sono la colonna sonora perfetta per una rivolta». La registrazione del primo album, iniziata con altri cantanti e conclusa però solo con l'arrivo di Rollins, si sviluppa nel segno del conflitto: con il produttore (che poi ammetterà: «Quel suono fangoso di chitarre distorte è stata una loro idea») e con la casa discografica. Non con la SST, che è di Greg Ginn, chitarrista della band, e che diventerà sinonimo di hardcore per gran parte degli anni Ottanta, ma con quella che avrebbe dovuto distribuire l'album, Damaged esce con un adesivo in copertina che riprende (e prende in giro, obliquamente) l'obiezione del boss della major: «Da genitore... Questo è un disco anti-genitori». Seguiranno cause giudiziarie (qualcuno finirà anche in galera, per qualche giorno), e infinite polemiche per concerti che si dice causino risse e violenze. Ma i Black Flag mettono un punto fermo. E questo il futuro del punk, la musica che diceva di non avere futuro. (Mia valutazione: Buono)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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