Pink Floyd - The Wall (1979)
Già nel 1972, nel pezzo Free Four, Roger Waters ha cominciato a scrivere di suo padre, della sua assenza piú che altro. Non smetterà piú, nemmeno quando uscirà dai Pink Floyd. Eric Fletcher Waters, sottotenente dei Royal Fusiliers, muore in Italia, sulla spiaggia di Anzio, nel 1944, quando suo figlio Roger ha cinque mesi di vita. Comunista e pacifista, c'è anche lui, soprattutto lui, tra i fantasmi che popolano The Wall, il trionfo della creatività un po' morbosa ma certamente non banale di suo figlio. A fine anni Settanta, dopo aver inanellato album di grande successo e tour sempre piú giganteschi, i Pink Floyd capiscono che la loro strada sta per finire. Reagiscono tutti allo stesso modo, odiando Roger Waters, colui che da The Dark Side Of The Moon in poi si è preso il peso delle responsabilità e degli onori (oltre che di gran parte dei diritti d'autore): il sentimento non rimarrà sterile, Waters ne farà il centro del nuovo lavoro, un'opera che intende essere totale, musica, teatro, immagini, suoni e parole. Gli altri ci stanno, forse perché non hanno idee alternative, forse perché c'è bisogno di soldi (incredibilmente, la band è stata sbancata da manager e agenti): Roger racconterà la sua storia, leggermente mascherata dietro quella di Pink, un alter ego che come lui non ne può piú di mega-concerti (a Montreal, qualche mese prima, ha sputato a uno spettatore che stava cercando di salire sul palco), album sempre attesissimi, interviste rivelatrici, culti della personalità parafascisti. Figlio di un militare morto in guerra, Pink è cresciuto da una madre oppressiva, educato da una scuola alienante, sposato con una donna insopportabile (che tradisce, con qualche senso di colpa), adorato da fan che disprezza. Poco alla volta, ha costruito tra sé e il mondo un muro che lo isola e lo difende (e in questa ambivalenza, la stessa che Waters sente su di sé dopo l'episodio dello sputo di Montreal, sta tutta la grandezza dell'opera), che abbatterà a colpi di musica, anche se non si capisce bene quanto l'abbattimento finale sia una liberazione o un suicidio. The Wall diventerà un album doppio (e un film) amatissimo, ma pure, in qualche modo, segnerà la fine della storia della band e addirittura la fine della carriera di Waters, che nei venticinque anni seguenti, da solista, pubblicherà tre soli album di materiale inedito. Qualcuno parlava di muro? (Mia valutazione: Ottimo)
di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)
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