The Eagles - Hotel California (1976)

«E l'anno del bicentenario, noi ci chiamiamo Eagles, cioè "Aquile", l'aquila è il simbolo degli Stati Uniti d'America, ci sentiamo obbligati a dire la nostra sull'anniversario, usando la California come un microcosmo e gli Usa come un simbolo del mondo intero. Non c'è modo di evitarlo, questo è un concept album». Lo dice Don Henley poche settimane prima dell'uscita di Hotel California, impossibile non credergli. Il punto è che il discorso degli Eagles sullo Stato dell'Unione (e del mondo, o della California) è quasi del tutto contenuto in una sola, celeberrima, canzone (quella che dà il titolo all'album), e, volendo, in un paio di versi di quel brano: «You can check out but you can never leave». Cioè, puoi pagare il conto (check out però si usa anche per « morire»), ma non te ne puoi andare. Un colpo di genio che da solo rende meritato l'incredibile successo dell'album, che nei primi trent'anni di vita ha venduto 18 milioni di copie nei soli Stati Uniti. Hotel California è la problematica celebrazione di un modo di vita che promette il paradiso in terra e si prende tutto, sole, caldo, belle giornate e nessuna via d'uscita. Non c'è da stupirsi se si è diffusa l'idea che la canzone (come l'album) parli della cocaina, o di Satana in persona. E certamente cosí: per il loro inevitabile concept album, gli Eagles hanno scelto l'ambiguità, hanno celebrato la rilassatezza (laid-back, rilassato, è il termine-chiave) e hanno fatto sentire l'odore di morte dello stile di vita che loro incarnano e disprezzano. Ritmi dilatati, cantato mai troppo drammatico, maestose chitarre che dialogano incrociando gli assoli: è lo stile losangeleno, un po' country rock un po' canzone d'autore, al meglio delle sue non infinite possibilità. Anche qui una celebrazione e un funerale, un'apoteosi e una fine imminente, anzi, già arrivata: nelle città vere, New York e Londra, il punk ha spazzato via tutto.' I segni della fine sono ovunque: poco prima che esca l'album, quelli di The Band convocano a San Francisco, tra i tanti, Eric Clapton, Bob Dylan, Joni Mitchell, Ringo Starr, Van Morrison per dare l'addio alle scene live e — involontariamente — a tutta un'epoca, come capirà Martin Scorsese che ci farà un film (L'ultimo valzer). Morti che parlano e cantano ammirando il tramonto da Beverly Hills. Chi non si sente un po' satanista in una sera come questa? (Mia valutazione: Ottimo)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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