Television - Marquee Moon (1977)

Anche loro vengono dal giro del CBGB, dalla scena dark di Downtown Manhattan, ma certo considerarli punk risulta difficile. Accostarli ai Ramones, per esempio, è impossibile. Li si può avvicinare a Patti Smith, ecco, e per restare all'interno della mitologia newyorkese c'entrano di sicuro anche i Velvet Underground del decennio precedente. Ma gli anni non trascorrono invano e i Television di Tom Verlaine sono decisamente figli del loro tempo. Due chitarre acide, una voce stridula, assoli che si susseguono e strutture armoniche che si ripetono con piccole e sempre piú significative variazioni (ecco l'insegnamento del minimalismo dell'arte contemporanea applicato alla musica): in Marquee Moon, l'album d'esordio, i Television rovesciano su chi li ascolta lava chitarristica incandescente con una fede assoluta, e assolutamente anni Settanta, nella propria voce e nella necessità di darle spazio adeguato. Ritornati da alcune sessioni di registrazione con Brian Eno che per poco non fanno sciogliere la band, i quattro Television riprendono in mano il loro destino e si aggiustano piú o meno da soli, con il para-produttore Andy Johns, — reduce (a malapena) dalle sessioni francesi di Exile On Main Street, — unico a dare consigli in sala d'incisione. Nasce cosí un album compatto, denso, forse un po' diseguale, che ha nel pezzo che dà il titolo all'album il suo riassunto piú convincente: dieci minuti di chitarre intrecciate per una suite che a volte sembra toccare territori alla Steve Reich, a volte pare piú vicina al caro, vecchio rock'n'roll, a volte sembra addirittura progressive. Siamo evidentemente a uno snodo fondamentale per la storia del rock'n'roll: da qui partirà la new wave piú introspettiva che sarà una delle correnti principali negli anni a venire. Qui la chitarra riconquista la sua centralità, e non solo come strumento ritmico: qui e ora, in un certo senso, vengono gettati i semi del filone — curiosamente, molto newyorkese — che porterà tra l'altro anche a esperienze come quelle dei Sonic Youth. Negli anni a venire, ai Television capiterà di essere citati molto piú che ascoltati. Ma non importa: non è questo il destino dei profeti o di chi, semplicemente, riesce a trovarsi per un istante al momento giusto nel posto giusto, alla confluenza magica delle idee che percorrono il proprio tempo? (Mia valutazione: Distinto)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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