Storia della musica: Bob Marley e il reggae
Bob Marley è stato uno dei più grandi interpreti musicali, nel suo genere, il reggae. Questo tipo di musica è nato in Giamaica alla fine degli anni '60, sotto l'influenza di vari stili musicali come l'R&B, lo ska ed il rocksteady. La nascita del reggae ha coinciso con la conquista dell'indipendenza della Giamaica dal colonialismo inglese. Il suo nome deriva, quasi sicuramente, dal termine dispregiativo inglese "ragged" (cioè, "rozzo"). La sua prima comparsa sulle scene si deve al titolo dell'album "Do the reggay", realizzato da uno dei primi gruppi musicali giamaicani, i Tolls& the Martayls. Tuttavia, c'è qualche teoria che attribuisce il nome reggae all'idioma "ragga", parlato dalle popolazioni bantu. Tracciamo, ora, una breve storia della sua vita con le tappe più significative.
Bob Marley, è il nome d'arte di Robert Nesta Marley. È nato il 6 febbraio del 1945 nel piccolo villaggio di Rhoden Hall, in Giamaica. Figlio del capitano della Marina Norval Sinclair Marley, di orgini inglesi e di pelle bianca, e di Cedella booker, donna di colore e di umili origini. Il padre di Bob si è disinteressato completamente di lui, ed è morto 10 anni dopo la sua nascita senza averlo più rivisto. Dopo la morte di Norval, Cedella ha deciso di trasfersi a Trenchtown, un sobborgo di Kingston, capitale della Giamaica. Trenchtown era la zona nota per le pessime condizioni di vita in cui versavano i suoi abitanti, nonché per l'alto tasso di criminalità.
In questa fase, Bob Marley è diventato il centro della nuova band, costituita da Chaltron ed Aston Barrett, Al Andersonn, Junior Marvin, Alvin Pattersonn e da alcune coriste, fra le quali vi era la futura moglie Alphaita Constancia Andersonn. Bob, oltre ad essere cantante, è stato il principale autore dei brani, fra i quali il primo singolo "Simmer down" ed altri successi come "Soul rebel" e "400 Years".
Nel 1966 ha sposato Rita ed ha aderito, in modo definitivo, alla religione rastafariana. Allo stesso tempo si è unito con altri membri dei Wailers, ai "The upsetters" di Lee Perry e, nonostante la collaborazione è durata meno di un anno, la loro produzione musicale ha portato degli ottimi risultati. Nel 1973 è uscito il primo vero album dei Wailers, "Catch a Fire", seguito l'anno dopo da "Burnin'" e dallo scioglimento della band.
Anche se continuava a suonare con il nome di "Bob Marley & the Wailers" ed avvalendosi della collaborazione dei fratelli Barrett, la sua carriera da solista è stata inaugurata, con successo, nel 1975 grazie al singolo "no woman no cry" appartenente all'album "Natty Dread". Nel 1976 è uscito l'album "Rastaman Vibration", che si è mantenuto in vetta alle classifiche mondiali per ben quattro settimane. Nello stesso anno, alla vigilia di un concerto organizzato dal leader politico giamaicano, mentre tentava di risanare alcuni contrasti interni, Bob, la moglie Rita ed alcuni membri del gruppo sono stati aggrediti da un gruppo armato. Nonostante tutto questo, il concerto è stato organizzato regolarmente. Qualche mese più tardi Marley si è trasferito in Inghilterra dove ha realizzato "Exodus" e "Kaya". Qui è stato arrestato per essere stato trovato in possesso di una leggera dose di cannabis.
In questa fase analizziamo gli ultimi anni della sua vita, caratterizzati dalla sua malattia incurabile. A seguito di una partita di calcio, ha subito una lesione ad un alluce. Tuttavia, non si trattava di una semplice ferita all'alluce ma di un tumore (melanoma nello specifico), che richiedeva l'amputazione del dito infetto. Tuttavia, Bob ha sempre rifiutato questo tipo di intervento, e più tardi questa sua scelta ha favorito la diffusione del tumore con l'impossibilità di intervenire. Nel 1978 ha organizzato un concerto simile a quello tenuto nel 1976 ed ha invitato sul palco gli esponenti delle fazioni rivali, con cui è avvenuta una stretta di mano in segno di pace. Nel 1979 è uscito l'album "Survival" e l'anno seguente l'ultimo album "Uprising". Nello stesso anno ha girato il mondo per l'ultima tournée estiva che lo ha visto, tra l'altro, anche allo stadio San Siro di Milano. Il 23 settembre ha tenuto il suo ultimo concerto a Pittsburgh. Le sue condizioni, intanto, peggioravano a seguito del tumore. L'11 maggio del 1981 è morto a Miami, di ritorno dalla Germania, lasciando a suo figlio Ziggy la più grande eredità: "Money can't buy life".
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