John Lennon - Plastic Ono Band (1970)

Già ai tempi dei Beatles John Lennon non sapeva scrivere che di sé, solo ed esclusivamente di sé, senza mediazioni né finzioni, senza personaggi né storie da raccontare, se non la sua. Da solo, finalmente, va oltre, sulla strada di sempre. Va a Los Angeles, dove incontra Arthur Janov, lo psicanalista che teorizza il superamento dei traumi infantili e prenatali attraverso l'urlo, espressione diretta della propria sofferenza. Forse anche per questo, la prima canzone del primo album di Lennon dopo l'abbandono dei Beatles (se n'è andato nel 1969; d'accordo con Paul ha tenuto segreta la notizia, che poi l'altro, con un album solista già pronto, ha rivelato alla stampa; John non glielo perdonerà mai) si intitola Mother, e affronta i traumi superati (non del tutto, evidentemente) da Lennon nel corso dell'infanzia e della giovinezza. L'ultima si intitola My Mummy's Dead (Mamma è morta), e ha il suono di un nastro inciso a casa su un registratore a pile. God è una dichiarazione di fede e di scetticismo: «Non credo in Hitler, non credo in Gesú... Non credo in Elvis, non credo in Zimmerman, non credo nei Beatles. Credo solo in me. In me e in Yoko». Contemporaneamente, lui e Yoko pubblicano due album con copertine praticamente identiche e con lo stesso titolo: quello di Yoko è una registrazione cacofonica di improvvisazioni quasi jazzistiche a cui partecipa anche Ornette Coleman. Con l'aiuto di pochissimi amici - e cioè Phil Spector, che ha già prodotto la sua Instant Karma! Ringo Starr (batteria), Klaus Voormann (basso) e Billy Preston (piano) - e naturalmente con Yoko, Lennon mette insieme invece dieci pezzi molto semplici, suonati da una band essenziale ed estremamente solida, introspettivi, molto rabbiosi, molto poco ironici. Working Class Hero passa in rassegna i condizionamenti a cui ci sottopone la società («Ti fanno del male a casa e te ne fanno a scuola, ti odiano se sei intelligente e ti disprezzano se sei stupido, fino a che sei cosí fuori di testa che non riesci neppure a seguire le loro regole»). E l'urlo di una persona che riflette sul mondo che lo circonda, ma è anche, inevitabilmente, il primo disco dopo la fine dei Beatles: la grandezza di Lennon è rendere universale — e universalmente vera — una storia unica come tutte le storie. La sua. (Mia valutazione: Distinto)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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