James Yorkston, Jon Thorne, Suhail Yusuf Khan - Everything Sacred (2016)

di Ignazio Gulotta

Il cantante e songwriter scozzese James Yorkston si conferma artista complesso e voglioso di rischiare e avventurarsi su più terreni musicali. Ecco allora questo nuovo lavoro, "Everything Sacred", che lo vede insieme all'indiano Suhail Yusuf Khan, virtuoso del sarangi, e Jon Thorne, musicista inglese di estrazione jazz suonatore di double bass, ma ai tre titolari del disco c'è da aggiungere la cantante irlandese Lisa O'Neill, la cui voce accompagna i brani più propriamente folk. Un piccolo ensemble multiculturale nel quale si incrociano tradizioni musicali diverse: il raga della musica classica indiana di Khan, il jazz di Thorne e il songwriting folk di Yorkston e della O'Neill.
Se non vi è unità stilistica fra le tracce del disco, il trait d'union è rappresentato dal sacro cui fa riferimento il titolo, inteso come tensione verso la spiritualità cui la musica deve tendere invitandoci alla meditazione e al raccoglimento. James Yorkston e Jon Thorne non sono i primi britannici che si imbarcano lungo i sentieri della world music, ma lo fanno con rispetto e senza perdere la propria identità, ricercando i punti di incontro e le possibilità di un fruttuoso dialogo musicale, e il risultato è un album vario e variegato, ispirato e decisamente riuscito.

L'inizio del disco ha del clamoroso, un lunghissimo raga, i quasi quattordici minuti di Knochentanz durante i quali i tre musicisti si rincorrono lungo una linea melodica lanciata dalla chitarra di Yorkston e poi sviluppata dal sarangi con il basso vellutato di Thorne a dare coloriture inaspettate, una perfetta fusione dei diversi mondi rappresentati dai yorkstonemusicisti. La successiva Little Black Buzzer è una cover di Ivan Cutler che nelle mani dei tre e di Lisa O'Neill assume toni ancor più bizzarri e inconsueti in cui il ripetuto 'dirididdi' si intreccia col canto indiano di Khan.
Altra cover è Song For Thirza scritta dalla folksinger inglese Lal Waterson, sei minuti che ci riportano al folk psichedelico di epoca Incredible String Band, fra intreccio di voce maschile e femminile, arpeggi di chitarre e il sarangi al posto del sitar a profumare di incenso e spiritualità. Everything Sacred vede alla voce Thorne: è un brano scritto per ricordare Doogie Paul, il bassista degli Athletes scomparso nel 2012, c'è un senso molto forte di malinconia, il sarangi è languido, la chitarra pizzicata con estremo pudore e delicatezza, e la voce di Thorne si staglia intensa ed evocativa. Yorkston accompagna alla chitarra, suonata secondo lo stile dei raga, il canto devozionale di Khan in Sufi Song. L'album si chiude con il calore intimo di Broken Wave e la strumentale Blues Jumped The Goose nella quale i musicisti si intrecciano su atmosfere meditative e rilassate, ma decisamente orientate verso i colori tropicali dell'India. (Mia valutazione: Distinto)

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