Frank Zappa - Hot Rats (1969)

Nella sua pseudo-autobiografia (scritta con Peter Occhiogrosso), dedica a Hot Rats poche parole, sarcastiche, rilevandone il fallimento commerciale e il successo critico ("Secondo i britannici, è l'unico disco bello mai inciso da Zappa"). Primo album senza i Mothers uno dei primi in assoluto a essere realizzato su un sedici piste, primo album di Zappa quasi interamente strumentale, Hot Rats viene registrato nelle settimane in cui Miles Davis lavora a Bitches Brew: i due sono i pilastri su cui poggia la costruzione della fusion, etichetta che sarà screditata dall'insipienza di molti di coloro che l'adotteranno ma che, al momento, è il sogno di una musica totale, contemporanea, svincolata dai limiti del commercio e delle convenzioni. Va detto che siamo nell'estate di Woodstock, apoteosi del rock'n'roll che si vuole psichedelico e della controcultura che piú che mai sente di contare, avere una voce e milioni di persone disposte ad ascoltare. Tra i tanti certamente non c'è l'ex bambino asmatico, figlio di un chimico che lavorava per l'esercito, il ragazzino di origine italiana abituato ad avere le maschere antigas in casa, il musicista dotatissimo che per i suoi 15 anni riceve come regalo una telefonata intercontinentale con Edgar Varèse. Lui, Frank Zappa, ha altri problemi: paga i suoi musicisti 200 dollari la settimana anche quando non suonano; è in rosso sul conto in banca; vuole libertà. In tutti i sensi. Scioglie i Mothers Of Invention e trattiene unicamente Ian Underwood, capace da solo di suonare tutti gli strumenti che gli servono, Da poco sono uscite sul mercato le nuove macchine a sedici piste, che senza dubbio faranno fare un balzo in avanti alle tecniche di registrazione: gli ingegneri dello studio T.T.G., a Hollywood, ne hanno costruita una in casa e gliela lasciano usare. Lui la usa registrando le basi ritmiche rallentate e poi accelerandole, mettendo su nastro interminabili (e ispiratissimi) assoli di chitarra. C'è un solo pezzo (in parte) cantato, per la voce dell'amico Captain Beefheart. Il resto è tutto magma sonoro, chitarra-basso-batteria e sax, improvvisazioni su basi rhythm and blues o classici rock'n'roll dilatati fino a diventare qualcos'altro, forse il suono di un futuro che prescinde da Woodstock e dal pop imperante. Non sarà cosí, il futuro sarà come sempre diverso dalle aspettative di chiunque. Ma Hot Rats, come scriverà Zappa, «rimarrà in giro piú di ogni altra cosa uscita in quel periodo». (Mia valutazione: Distinto)

di P. M. Scaglione - Rock! (Einaudi)

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