Mary Gauthier – The Foundling (2010)


di Silvano Bottaro

Anche la Gauthier come Roky Erickson non ha avuto certamente una vita facile, infatti, The Foundling (Il Trovatello) altro non è che la sua biografia in musica.
Abbandonata fin dalla nascita in un orfanotrofio ci rimane fino all’età di quindici anni e quando esce imbocca immediatamente la strada della droga. Queste esperienze com’è logico immaginare lasciano un segno profondo nella sua vita, The Foundling parla di questo. Un disco triste quindi, estremamente personale e catartico dove la cantautrice attraverso le canzoni racconta parte dei suoi ricordi delle sue vicissitudini e delle sue speranze.
The Foundling è un concept album, dove le musiche bene s’intrecciano con le liriche che esplorano la sua identità, il lavoro, l’amore, la maternità e momento assai profondo e commovente la recente scoperta della madre biologica che ancora una volta per telefono le conferma il suo ennesimo addio.
Un suono malinconico pervade per l’intero album, dove le atmosfere blues acustiche (se no cosa?) sono opportunamente dosate grazie anche alla produzione di Michael Timmins (Cowboy Junkies) che di “melodie” ne mastica parecchio.
Uno specchio della sua vita quindi questo The Foundling, dove una vita straordinaria viene testualmente descritta nei testi delle canzoni e dove la musica viene leggermente relegata ad un piano secondario, di accompagnamento ma, non per questo meno interessante.
Il messaggio di The Foundling comunque, è quello di dimostrare che, nonostante una vita carica si crudeltà, dolore e sofferenza, l’unica via è sempre quella di credere ancora, nell’amore.

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